sabato 28 maggio 2011

Qualunquismi





Basta con il qualunquismo grillesco! 
Ci vogliono proposte concrete, utili al paese, di ampio respiro.
Si potrebbero portare un paio di ministeri a Milano! Questa si che sarebbe una proposta intelligente.
Se ne potrebbero portare altri due a Napoli, questo sarebbe perseverare intelligentemente sulla strada giusta.
Si potrebbero poi riportare a Roma, magari in occasione di eventuali ballottaggi futuri nella capitale ed il ritorno dei ministeri avverrebbe in quel momento solo per un caso, sia ben chiaro.
Si potrebbe aprire un bel casinò in ogni comune!

Si potrebbero fare campi da golf nei parchi cittadini.
Si potrebbero azzerare tutte le multe e magari azzerare anche tutte le tasse perché no? Lo stato si potrebbe alleggerire molto licenziando in blocco tutti i suoi dipendenti assenteisti (a parte i politici che devono portare avanti questa ed altre riforme per il paese) offrendo i loro posti ai disoccupati (momentaneamente non sarebbero pagati, ovviamente, ma d'altronde non lo erano neanche prima, dunque di cosa si dovrebbero lamentare? Almeno avrebbero un lavoro e contribuirebbero al miglioramento dei conti dello stato). Con questo si risolverebbe il problema delle tasse e quello della disoccupazione a costo zero! Gli altri costi verrebbero pagati con offerte volontarie da parte di privati. Ci sono tanti privati che smaniano dalla voglia di offrire denaro ai politici, oggi lo devono fare nascostamente, domani potranno farlo liberamente, alla luce del sole! Loro sarebbero contenti di questo, il popolo sarebbe contento di non pagare tasse!
Si potrebbero chiudere le scuole facendo la gioia di tanti bambini e ragazzi e questa sarebbe la più grande riforma della scuola, addirittura superiore a quella della Gelmini che era già di tutto rispetto!
Si potrebbero chiudere gli ospedali, abolendo per decreto le malattie, si sta pensando ad una legge chiamata provvisoriamente della malattia breve, per ora si preferisce non divulgare i dettagli, ma è una soluzione veramente innovativa e risolutiva. Basta con le malattie, i malati, gli ospedali ed altre cose del genere! D'altronde dopo la risoluzione del problema del cancro, è rimasto ben poco da curare ed infatti si stanno già da qualche tempo chiudendo molti ospedali e reparti.
Un'altro bel taglio si darebbe abolendo polizia e carabinieri, che sarebbero sostituiti da ronde padane e polizie private. Si potrebbero chiudere i tribunali evitando così tutte le lungaggini dei procesi che sappiamo, tanto si sa che i giudici sono in mala fede, lasciamo decidere al popolo con elezioni, televoto e manifestazioni di appoggio chi è innocente e chi colpevole, d'altronde, come dicevano i latini: 'Vox populi, vox Dei' (o Die)! E poi, ormai, bloccato l'ingresso degli stranieri nel nostro paese, non ci saranno più crimini e non ci sarà più bisogno né di polizia, né di tribunali, né di carceri! Sia ben chiaro questo finché non riandranno al governo i comunisti, che se accadesse, quelli riaprirebbero le porte, costruirebbero moschee ed inviterebbero gli africani a stuprare le vostre donne!
D'altronde si è già dimostrato che la volontà di combattere il qualunquismo è concreta, quando si è tolta ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati, è stato proprio per evitare che si scegliessero candidati qualunque. Si è trattato, appunto, di una lungimirante mossa contro il qualunquismo. 




venerdì 27 maggio 2011

Verità da Battaglia


Il 28 aprile scorso ad Annozero abbiamo sentito delle affermazioni fatte dal professor Francesco Battaglia, che hanno lasciato me e molti altri a dir poco stupefatti. Le sue affermazioni erano molto lontane dal sentire comune, dunque fino ad allora vevamo sentito solo chiacchiere ed ora finalmente sentivamo uno scienziato vero? Il professore ospite della puntata ha effettivamente validi titoli accademici (anche se solo parzialmente attinenti con l'argomento nucleare e soprattutto radiazioni ed effetti delle stesse), ma era sicuramente in grado di interpretare studi sull'argomento meglio di me e di altri.

Ho provato allora a confrontare le sue affermazioni più inverosimili con i dati di organismi autorevoli ed indipendenti.

Battaglia: Il fotovoltaico e l'eolico sono una colossale frode!
I motivi non li spiega però, dice che li dirà dopo, ma inizia invece ad elencare alcuni modi in cui si può produrre energia.
Battaglia: L'energia si può produrre solo in quattro modi: con l'idroelettrico, bruciando carbone, bruciando gas e con la fissione nucleare. Non ce ne sono altri!
Non ce ne sono altri? Ovviamente tutti sanno che ce ne sono altri, dunque ha detto, alla lettera, una falsità evidentissima (in realtà esistono anche eolico, fotovoltatico, solare a concentrazione, geotermico, energia tratta dal moto ondoso e dalle maree e ce ne sono allo studio altri). Ma passiamogli che volesse intendere 'principalmente', volendo surrettiziamente far passare l'idea che gli altri modi siano marginali, che quelli veri siano solo quelli elencati da lui. Se intendeva questo, ha detto comunque una falsità, perché attualmente in Italia il nucleare non c'è e dunque non andava messo in quell'elenco, se vogliamo considerare l'utilizzo in altri paesi abbiamo consumi percentuali molto diverse in base alle possibilità ed alle scelte fatte da ogni paese. In alcuni stati il nucleare è importante, in altri meno, in molti è assente. In ogni caso, se vogliamo ragionare a livello planetario, stiamo confrontando il nucleare, le cui percentuali vanno diminuendo nel mondo (unica fonte di energia che diminuisce anche in valore assoluto, tra l'altro), con le rinnovabili che sono solo all'inizio (a parte l'idroelettrico che ne è, per ora la componente maggiore) e che si svilupperanno se ci si punterà. Ragionando nella sua maniera, dunque, non si dovrebbero mai sviluppare nuove tecnologie, valutanto che nessuno le utilizza ancora?
Più avanti cerca anche di suggerire che il solare c'è da 40 anni e non si è sviluppato, in verità il solare era effettivamente troppo costoso, ma i suoi costi continuano a diminuire, mentre quelli del nucleare ad aumentare, tanto che era uscito uno studio secondo il quale il sorpasso ci sarebbe già stato nel 2010, poi pare che sia stato in parte smentito, in ogni caso se i costi di una tecnologia continuano a scendere e quelli di un'altra continuano a salire, è solo questione di tempo per il sorpasso. Tantopiù che il nucleare ha dei costi nascosti (i danni ambientali, il deposito definitivo delle scorie a decadimento più lungo, la dismissione delle centrali stesse) che quando vengono conteggiati lo rendono già oggi improponibile proprio per i costi.
Battaglia: Sarebbe possibile sostituire uno solo dei 30 Gw di cui abbiamo bisogno con 10, 100, 1000 Gw prodotti con il fotovoltaico? No! Perché perche il sole non brilla 24 ore su 24!
Se parliamo solo della produzione con fotovoltatico potrebbe anche essere vero, effettivamente quando il sole non c'è, non si può produrre con il fotovoltaico, però questa produzione avviene proprio quando ce n'è più bisogno, cioè di giorno e quando è più caldo (infatti gli unici black out che abbiamo avuto si sono verificati in piena estate, quando l'uso dei condizionatori ha fatto salire eccessivamente il consumo), inoltre esistono sistemi di immagazzinamento dell'energia (anche se c'è perdita) quali accumulatori e trasformazione in altri tipi di energia. Ma sopratutto nessuno parla di utilizzare SOLO il fotovoltaico, tanto più che, per rimanere nel solare, con il solare termico (quello proposto da Rubbia) non c'è questo problema della mancanza di continuità, perché si continua a generare energia anche di notte, grazie al calore accumulato di giorno. 
 
Battaglia: Possiamo sostituire uno solo dei 60 Gw dei momenti di picco con 10, 100, 1000 Gw prodotti con il fotovoltaico? No! Perché perché dobbiamo avere la certezza di avere questa energia proprio quando ci serve.
Direi che valgono le stesse risposte di sopra. I picchi si hanno proprio quando c'è più sole, dunque è proprio l'energia giusta per coprire i picchi. Ma, se ci fossero in altri momenti abbiamo sempre l'immagazzinamento e soprattutto le fonti DEVONO essere diverse, nessuno parla di utilizzare SOLO il solare, né tantomeno solo il fotovoltaico. Il nucleare poi è quanto di meno adatto ci sia per i picchi, dato che produce costantemente la stessa quantità di energia, le variazioni sono molto lente e, per questo motivo, si fa ampio uso di accumulatori per immagazzinare l'energia prodotta in eccesso di notte ed utilizzarla di giorno.

Siamo arrivati alle affermazioni che hanno colpito di più, quelle sulla sicurezza.
Esordisce con una affermazione che, secondo me, non avrebbe neanche bisogno di smentita.

Battaglia: I fatti di Chernobyl e Fukushima dimostrano che il nucleare è la fonte di energia più sicura.
Quando ho sentito questa, non potevo credere che si potesse arrivare a tanto, ma in seguito, andandomi ad informare sul personaggio, ho scoperto che scrive regolarmente su 'Il Giornale' ed allora mi è risultato tutto più chiaro. Sa che lì le può sparare grosse quanto vuole, che tanto i suoi lettori se le bevono sempre, sa anche che a forza di ripeterle (ed hanno i mezzi per ripeterle molto), anche le falsità più incredibili diventano verità, dunque si tratta solo di farsi coraggio all'inizio, poi piano piano passeranno...
Comunque rispondo come se fosse un'affermazione degna di ascolto.
Non mi risulta che sia mai morto nessuno a causa del solare o dell'eolico e già ne abbiamo trovate due più sicure, proprio le prime che mi sono venute in mente. Sarebbe lungo verificare in dettaglio le altre riguardo ai disastri avvenuti, anche perché andrebbero ponderati con l'energia prodotta. Comunque, per quanto riguarda il nucleare, come si fa ad affermare che è la più sicura? Per prima cosa abbiamo un
numero enorme di incidenti (anche se i danni accertati sono questi sempre stati di lieve entità, a parte quei due casi famosi), ma soprattutto va considerato che le radiazioni si protraggono nel tempo e gli effetti si vedono a distanza di anni. È solo con studi epidemiologici che vadano a confrontare l'incidenza di alcune malattie nei pressi di siti che hanno subito perdite, rispetto ad altre che si possono scoprire le conseguenze.
Uno studio tedesco (
KIKK) ha confrontato l'incidenza di tumori in bambini di età inferiore a 5 anni che vivono nei pressi di centrali con bambini della popolazione trovando una differenza significativa. Questo in centrali che funzionavano normalmente, SENZA incidenti.

Battaglia: L'incidente di Chernobyl, negli anni successivi, le eccessive radiazioni[...], cosa ha causato? Bene, nel rapporto dell'UNSCEAR, si può leggere testualmente:' non si è osservata aumento di incidenza di alcuna radiopatologia'.
Il rapporto dell'UNSCEAR è quello che tende maggiormente a minimizzare, ma non dice esattamente quello che afferma Battaglia. Io ho dato una scorsa veloce e ad un certo punto si afferma che a parte 'il drammatico aumento del cancro alla tiroide' tra coloro che sono stati esposti in giovane età ed escludendo l'aumento di leucemie tra i lavoratori non è stato dimostrato con chiarezza un'incremento di leucemie e tumori solidi nella popolazione esposta. "Apart from the dramatic increase in thyroid cancer incidence among those exposed at a young age, and some indication of an increased leukaemia and cataract incidence among the workers, there is no clearly demonstrated increase in the incidence of solid cancers or leukaemia due to radiation in the exposed populations."
Dunque a parte il DRAMMATICO AUMENTO del cancro alla tiroide! Come si fa a trasformare questa affermazione in quello che dice Battaglia? E cioè che non si è osservato l'aumento di alcuna radiopatologia?
Più avanti dice che c'è una tendenza ad attribuire incrementi nelle aliquote di tutti i tipi di cancro nel tempo, come se fossero dovuti all'inciedente di Chernobyl, ma si dovrebbe notare che questi incrementi c'erano stati anche prima in quelle aree. Perdipiù si osserva un generale aumento della mortalità in varie aree dell'ex Unione Sovietica e di questo si dovrebbe tener conto quando si interpretano questi risultati. “There is a tendency to attribute increases in the rates of all cancers over time to the Chernobyl accident, but it should be noted that increases were also observed before the accident in the affected areas. Moreover, a general increase in mortality has been reported in recent decades in most areas of the former Soviet Union, and this must be taken into account when interpreting the results of the accident-related studies”.
A me pare che un po' si rispondano da soli, cercando di camuffare incrementi nell'incidenza che risultano evidenti, col fatto che c'erano stati anche prima dell'incidente. Dunque poiché i danni c'erano anche con le radiazione dovute al funzionamento normale allora i danni causati dall'incidente non sono significativi! Affermano poi che si deve tener conto dell'aumento di mortalità rilevato in varie zone dell'ex Unione Sovietica. Dunque danni più gravi e generalizzati vengono utilizzati per dimostrare il contrario!
Il
rapporto ufficiale ONU che mette insieme al rapporto UNCEAR, OMS, e IAEA parla invece di una stima di morti presunti di 4.000
Ma queste sono le stime più prudenti, quella di Greenpeace parla di 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni, contando tutti i tipi di tumori riconducibili al disastro! 



Personalmente mi sento di credere maggiormente a Greenpeace sapendo gli ideali da cui sono mossi ed avendo la certezza che a finanziarli siano solo comuni cittadini come me. 
Di Battaglia non so niente, se non il suo curriculum (di tutto rispetto) ed il fatto che ha pubblicato libri con prefazione di Silvio Berlusconi e che scrive regolarmente su 'Il Giornale'.

In generale vorrei ricordare che ci sono stati scienziati che hanno negato e nascosto (finché hanno potuto) i danni del fumo, dell'amianto, l'esistenza del buco nell'ozono e le cause antropiche del riscaldamento terrestre e che in molti casi si è dimostrato che le multinazionali che finanziavano studi tranquillizzanti SAPEVANO come stavano realmente le cose.


 


Questo post era già stato pubblicato e commentato il 3/5/2011 su Blog Drome
 e su Golem il 6/5/2011


lunedì 23 maggio 2011

Cui Prodest?

Una delle leggi più assurde degli ultimi anni (ed è una gara dura perché di leggi assurde ne sono passate molte negli ultimi anni), è quella approvata qualche giorno fa (il 13/04/2011) al senato e detta impropriamente del processo breve (in verità sarebbe più corretto chiamarla del processo troncato). Tra i votanti ci sono stati anche 6 senatori dell'opposizione, ma questi con chi stanno realmente?
La stessa cosa è accaduta in molte altre occasioni, ci ricordiamo soprattutto di quella del 14 dicembre, quando alcuni, che teoricamente erano all'opposizione, hanno votato a favore del governo; oppure quando si doveva decidere di accorpare i referendum con le amministrative (risparmiando oltre 300 milioni e rendendo molto più probabile il raggiungimento del quorum), sarebbe bastato un solo voto per farcela e quel giorno mancavano ben 10 deputati dell'opposizione, ma questi da che parte stavano in realtà?
Pochi giorni fa è stato sequestrato e poi ucciso il pacifista Vittorio Arrigoni, da chi? Ufficialmente da cellule impazzite di un'organizzazione ultraislamica. Ma come stanno realmente le cose? Queste persone con chi stanno realmente?
Negli anni di piombo in Italia ci sono stati terroristi che si sono dichiarati di parti politiche diverse, che sembravano perseguire obiettivi diversi tra loro, che sono stati sconfitti alla fine, ma che hanno comunque influenzato molto la politica italiana e in quale direzione?
Alcuni sindacati lasciano che vengano ridotti diritti acquisiti, invece di contrapporsi alla controparte accettano le istanze di quest'ultima e contribuiscono a farle accettare ai lavoratori, firmano accordi in cui coloro che dovrebbero essere tutelati da loro lo sono sempre meno. Ma da che parte stanno realmente costoro?
La sinistra, i partiti che (in teoria) sostengono le ragioni della solidarietà, della giustizia sociale, dunque dei non privilegiati, della quasi totalità delle persone, è divisa, scomposta in un partito dove c'è di tutto (da persone che ricordano più o meno vagamente qual'è il ruolo del loro partito ad altri che non sembrano entrarci niente) ed un nugolo di partitucoli che non consentono neanche loro di arrivare ad essere rappresentati in parlamento, ma allora da che parte stanno realmente?

Potrei continuare a lungo con esempi di questo tipo, siamo pieni di situazioni in cui non è facile capire chi sia realmente colui che compie una determinata azione o dice una certa cosa.

L'unica via di uscita da questa confusione mi pare quella di chiedersi sempre:
a chi giova?
Ogni volta che non si capisce bene da che parte sta realmente qualcuno, non rimane che porsi questa domanda e tutto risulta più chiaro. Magari a volte si potrà anche sbagliare (se si prende in considerazione solo una singola ininfluente azione e non il comportamento tipico, quello attuato nelle occasioni più importanti e determinanti), sarà anche un metodo eccessivamente rozzo, ma mi pare l'unica via d'uscita. Potrà essere di difficile applicazione nei confronti di persone che a volte prendono posizioni difficilmente valutabili, che seguendo propri alti e rigorosi principi evitano volutamente di schierarsi non per timore, o per stare con il piede in due staffe, ma proprio per rigore morale. Ma anche in questo caso, può essere utile valutare l'effetto delle sue azioni più clamorose o importanti e quella possiamo dire che è la sua posizione, al di là perfino della sua percezione e volontà.

Applicando questa semplice tecnica dovremmo evitare facilmente molti inganni che vengono perpetuati regolarmente nei nostri confronti.

Ma a questo punto mi chiedo anche un'altra cosa, chi siamo noi e chi sono loro? Da che parte stiamo noi stessi?
Prima di tutto stiamo dalla parte dell'uomo e qui direi che difficilmente qualcuno potrebbe dirsi da una parte diversa, dire che è contro l'uomo, anche se i comportamenti di alcuni sembrerebbero tali.
Siamo anche dalla parte della natura ed anche qui credo che si possa essere tutti d'accordo, perché qualcuno dovrebbe essere contro? Significherebbe essere contro se stessi in ultima analisi, perché la nostra stessa esistenza è legata al mantenimento di certi equilibri, perché chiunque preferisce un'ambiente il più possibile 'naturale' ad uno degradato (certo la perversione umana non ha limiti, ma comunque in linea di massima). Posso capire però che alcuni preferiscano perseguire comunque i loro interessi, fregandosene delle conseguenze delle loro azioni sia sull'uomo che sulla natura. Però, a ben guardare, anch'essi, se non fossero accecati dall'avidità, dovrebbero stare dalla nostra stessa parte, non dovrebbero esserci parti diverse riguardo a questo, ma prendiamo atto della situazione attuale e del fatto che ci sia questa minoranza. Comunque dovrebbero essere pochissimi. Invece vediamo che gli interessi di costoro sono tutelati da molte più persone, da moltissimi che pure ne traggono solo svantaggi, ma che ciononostante li appoggiano, avendone evidentemente altri vantaggi reali o supposti (secondo me solo supposti, anzi suppostoni).
Continuando con questo ragionamento, con questa raccolta di ovvietà direi, mi pare che un'altra categoria di divisioni potrebbe trovarsi tra l'essere a favore di alcuni privilegi e/o rendite di posizione, o essere per l'abolizione di queste. In questa categoria mi pare che rientrino la maggior parte delle diatribe della politica nostrana. Quando si discute (per rimanere alle più recenti azioni del parlamento) se abbreviare la prescrizione dei processi (non abbreviarli realmente, perché per quello sarebbe necessario individuare le cause dei rallentamenti ed agire su quelle) si favorisce chi ha commesso reati (e con questo sistema la fa franca) nei confronti di chi li ha subiti (che quindi non trova giustizia); chi corrompe (uno dei reati che trarrà maggiore giovamento da questa legge) rispetto al resto della popolazione che subirà invece un danno economico (già oggi quantificato, da stime prudenti, in oltre 60 miliardi di euro!); si aiuta chi mette al rischio la sicurezza a danno di tutti noi che non siamo tutelati.
Quando si ricorre a delle astuzie per evitare che i referendum popolari raggiungano il quorum, si stanno favorendo gli interessi che venivano messi in discussione dai referendum (quelli delle multinazionali dell'acqua, quelli di chi costruirà le centrali nucleari, quelli di chi trarrà beneficio dal legittimo impedimento), dunque gli interessi di pochi, nei confronti di quelli di quasi tutti i cittadini.
Quando si tagliano i fondi per la scuola pubblica e si danno alle private, si stanno danneggiando i molti che mandano i figli alla scuola pubblica, per favorire i pochi che li mandano alle private.
Quando è stato fatto lo scudo fiscale (permettendo a chi aveva evaso le tasse, o aveva fondi neri, o comunque di provenienza più o meno illecita, depositati all'estero, di riportarli in Italia pagando solo il 5%), sono stati favoriti pochi (magari anche molti, ma comunque pochi percentualmente) rispetto a tutti gli altri che avevano pagato regolarmente le tasse.
Quando subiamo tutti i danni della crisi e vengono prospettati nuovi sacrifici, ma coloro che ne sono responsabili non subiscono alcun danno e non vengono attuate strategie per evitare che si ripetano situazioni del genere, si tutelano i loro interessi ai danni di quelli di tutta la popolazione.
Quando viene fatta una legge per cui coloro che saranno eletti vengono scelti da pochi, invece che da tutti i cittadini, si stanno favorendo appunto quei pochi a discapito di tutta la popolazione.
Quando si cerca di modificare la costituzione per togliere la sovranità al popolo e darla al parlamento (anche prima era al parlamento di fatto, ma in quando rappresentati del popolo e vengono riconosciute, con pari dignità, le altre istituzioni) si sta passando in maniera esplicita da una democrazia ad un'oligarchia (lo siamo anche ora di fatto, ma in quel caso lo saremmo legalmente), si stanno favorendo quei pochi e gli interessi che stanno loro dietro nei confronti di tutti gli altri.

Insomma in tutti questi casi dovremmo stare tutti dalla stessa parte, o almeno quasi tutti dalla stessa parte. Solo pochi privilegiati, ingiustamente favoriti, avrebbero motivo di non essere dalla nostra parte, da quella della quasi totalità della popolazione. Addirittura loro stessi potrebbero stare comunque con noi, se prevalesse in loro il senso di giustizia sull'interesse personale! Mi rendo conto che questa ipotesi sembra assurda, però, curiosamente, non ci sembra assurdo quando avviene il contrario, per cui chi è sfavorito da certe scelte accetta pazientemente l'ennesimo sopruso come inevitabile, come se non ci fosse scelta.
Dunque perché ci sono tante contrapposizioni e spaccature? Non hanno senso lotte e divisioni, se non quella tra il privilegio e la giustizia, tra i pochi privilegiati e la quasi totalità della popolazione. Tutte le altre divisioni non hanno una vera, profonda, ragione di essere e dovrebbero sempre insospettirci.
Ora questa contrapposizione, l'unica che avrebbe ragione di essere, è invece invisibile, sembra che non ci sia, al contrario tutti dicono di fare gli interessi dei cittadini. Nessuno ammette di fare gli interessi particolari di pochi (ci mancherebbe!), ma poi di fatto è così. Tanti piccoli interessi di minoranze potenti sono tutelati e quelli della maggioranza, della quasi totalità dei cittadini no!
Questo per essere chiaro, per farmi capire, poi le cose sono un po' più complesse. Le varie fazioni tutelano magari gli interessi di alcune categorie di persone rispetto ad altre, in alcune questioni su cui vengono puntati i riflettori, si cercano di mettere in contrapposizione interessi particolari invece di trovare soluzioni che accontentino tutti (ma fare regali a qualcuno), ma tutto questo accade sempre su cose secondarie, di effetto ma non di sostanza, ci spacchiamo sugli anni di Ruby,; sulle case a Montecarlo; su dove smistare coloro che arrivano con i barconi (una piccola percentuale di coloro che ogni anno arrivano nel nostro paese); sul colore dei calzini di un magistrato; sull'appendere o meno il crocefisso; sul come tassare di più o di meno, togliendo da una parte ed aumentando da un'altra (ma sempre e comunque gli stessi, senza veri tentativi di far pagare tutti).
Coloro che detengono realmente il potere (i beneficiari delle leggi che favoriscono pochi a discapito di molti), sono riusciti a confondere le acque, a creare spaccature dove non hanno reale motivo di esservi, dunque dobbiamo dotarci di strumenti che vadano nella direzione contraria.
Uno strumento fondamentale per iniziare a fare chiarezza mi pare proprio quello di chiederci sempre:  
CUI PRODEST?



Questo post era già stato pubblicato e commentato il 22/04/2011 su Blog Drome



Scuola pubblica


Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!

 Immagino che all'inizio di questo pezzo pensavate che io stessi facendo ironia su quello che è stato fatto negli ultimi tempi alla scuola pubblica. Invece queste parole risalgono a 61 anni fa, pronunciate da chi aveva visto qualcosa di simile durante il fascismo e metteva in guardia, con lungimiranza, sulla possibilità che potesse capitare di nuovo.
Ho sentito queste parole sabato, riportate da Gramellini durante 'Che tempo che fa' e sono rimasto impressionato proprio da questa corrispondenza.
Qualche giorno fa si è polemizzato sulla frase del presidente del consiglio secondo la quale le scuole pubbliche hanno il difetto di insegnare principi diversi da quelli insegnati dalla famiglia di origine (e nel caso suo sarà vero,  molto probabilmente, non ce lo vedo ad insegnare il rispetto della legalità, l'altruismo, il rispetto dell'altro, il senso civico in generale). Ma quelle parole (ovviamente smentite, sebbene ci siano le registrazioni audiovisive), vengono dopo le sforbiciate della Gelmini date non tanto per risparmiare (dato che in contemporanea sono stati incrementati i fondi per le scuole private), ma con uno scopo ben preciso che prima potevo solo sospettare e che ora mi pare chiaro.






Questo post era già stato pubblicato e commentato il 07/03/2011 su Blog Drome

domenica 22 maggio 2011

Gli ingenui


Nel paese dei furbi, o meglio, quello in cui molti si sentono e fanno i furbi, in cui l'eccesso di comportamenti da furbi causa problemi a tutti, compresi coloro che credono di essere furbi, è assolutamente sorprendente quanti sono gli ingenui. La cosa più sorprendente è che gli ingenui sono gli stessi che si sentono furbi. Sono così ingenui che non si accorgono delle malefatte dei potenti, che credono a tutte le loro giustificazioni, anche le più improbabili, le più inverosimili. I fessi, gli onesti, quelli che in genere sono ingannati dai furbi, quelli che credono nella legalità, nella giustizia, che non cercano di farsi strada ricorrendo a sotterfugi, a 'conoscenze', a scorciatoie di varia natura, vedono gli inganni di questi potenti, ne parlano, provano a parlarne anche con i furbi, ma questi ultimi non credono a quello che gli viene detto, credono solo a ciò che gli dice il potente.
Questo almeno è quello che sembra, i furbi assurdamente ingenui e creduloni ed i fessi con gli occhi aperti. Siamo proprio un paese strano. La mia impressione però è che gli ingenui non siano così ingenui come vogliono far sembrare, che il loro sia l'ennesimo inganno che tentano di fare. Per loro la verità non esiste, ma non perché abbiano una qualche concezione filosofica che li porta a questa conclusione, no, ma perché si sono arresi, alcuni da poco, altri da così tanto tempo che ormai non ricordano neanche quando hanno iniziato a farlo. Ma si sono arresi, cercare di interpretare la realtà intorno a loro era troppo difficile, erano necessari strumenti culturali di cui a torto o, più spesso, a ragione, non si sentivano forniti e dunque le cose possono essere in un modo o in un'altro, ma è troppo faticoso scoprire come sono realmente, in più le conclusioni cui si arriva devono spesso essere cambiate, no non ne vale proprio la pena, inoltre ci sono molte cose meno impegnative da fare e con un riscontro in termini di piacere molto più immediato. A questo punto la verità è semplicemente quella che fa più comodo. Ci sono sempre argomenti a favore di un'interpretazione o di un'altra, magari alcune argomentazioni sono più valide di altre, ma non importa, è più facile seguire la tesi di coloro che sentono più vicini a pelle, quelli in cui è più facile immedesimarsi, ma soprattutto quelli che non sentono pericolosi per i loro comportamenti più i meno illegali, per le loro furberie. Dunque gli ingenui a ben vedere non sono così ingenui, stanno semplicemente facendo i furbi, come sempre. 
La disonestà non ha limiti.

Non può averne. Forse, in parte, ne ha nella paura di essere scoperti, nella mancanza di coraggio del disonesto, ma non ha limiti morali, i limiti appartengono ad un'altro dominio, quello dell'onestà.
Così chi è disonesto in una cosa, lo è in tutto, almeno in tutto quello in cui riesce ad esserlo, in tutto quello in cui ha il coraggio e la convenienza di esserlo. Spesso è inutile parlare con loro, argomentare, in realtà non stanno discutendo, non stanno confrontando le vostre ragioni con le loro, stanno solo pensando quale argomento conviene buttare lì per uscirne con una certa dignità (in genere portando l'argomento su qualcosa che c'entra solo marginalmente oppure, più spesso, portando argomenti a favore della loro solita tesi che i politici sono tutti uguali), ma sanno già da quale parte stare per convenienza e non si smuoveranno da quella parte.
Sono esseri semplici, che cercano la gratificazione immediata, i risultati rapidi, una vita facile per sé, in alcuni casi anche per la propria famiglia, per il proprio circondario, ma non hanno alcun interesse per le conseguenze delle loro azioni ad un raggio maggiore. Non stancateli troppo cercando di farli ragionare, non parlategli di regole, non pretendete che riconoscano la validità di una qualche morale; magari alcuni tireranno fuori i valori cristiani, ma non crediate che sappiano di cosa stanno parlando, semplicemente identificano il proprio sistema di valori con quello cristiano di cui hanno un vago e confuso ricordo, per loro i valori cristiani sono più o meno quello che viene loro spontaneo fare, più qualcos'altro che si può anche non rispettare, tanto poi ci si può sempre confessare.
Ne conosciamo 315 di questi ingenui, ma ce ne sono molti altri tra noi, troppi in effetti, ma non tanti come vorrebbero farci credere, non più di uno su quattro e tra questi c'è anche una parte di ingenui veri che sono solo tali senza essere furbi. Sono pochi ma fanno molto rumore, sono ingombranti, la loro impronta ecologica è più pesante, l'impressione negativa che all'estero hanno di noi italiani è dovuta principalmente a loro, perfino noi, ci dimentichiamo che sono una minoranza ed elenchiamo i loro difetti come se appartenessero a tutti gli italiani.




Questo post era già stato pubblicato e commentato il 20/02/2011 su Blog Drome