mercoledì 14 marzo 2012

I risparmi di Trenitalia



Parlare male di Trenitalia, dei disagi che giornalmente sono costretti a subire i pendolari (ma anche chi viaggia saltuariamente) è troppo facile, allora voglio parlarne bene, va riconosciuto che hanno trovato una strategia davvero creativa per risparmiare, una tecnica che permette loro di trasformare in beneficio e vantaggio le loro debolezze. 
Sono un pendolare fin dai tempi dell'università ed ho continuato ad esserlo successivamente per lavoro, posso vantare più di 20 anni di esperienza nel campo. Ieri sono uscito un po' prima dal lavoro per arrivare un'ora prima del solito a casa e non limitare la mia giornata a lavoro, viaggio e dormitina notturna. Arrivato alla stazione alle 18, ho sentito l'annuncio che un treno era fermo tra le stazioni di Casilina e Torricola e che tutti i treni di quella tratta avrebbero potuto subire ritardi e variazioni. I treni di quella tratta sono quelli che vanno a Nettuno passando per Aprilia e quelli che vanno a Terracina, Minturno e Napoli passando per Latina e Formia (per Napoli c'è anche un'altra tratta ad alta velocità che passa per Frosinone e che rimaneva immune). Un bel po' di treni. Temerariamente, non sono andato a cena (come la mia esperienza mi avrebbe insegnato) per tornare in stazione dopo un paio d'ore e vedere che aria tirava, ma mi sono seduto (che è già un privilegio raro) sul treno delle 18,49 ed ho prestato la massima attenzione agli annunci mentre osservavo lucidi scarafaggi che scorrazzavano per la carrozza gentilmente offerti da Trenitalia per intrattenere piacevolmente i viaggiatori durante la snervante attesa. Per passare il tempo avevo anche un buon libro ovviamente, ma in questi casi è impossibile leggere proprio perché devi sentire gli annunci, sei portato a partecipare ai commenti generali, ad ascoltare le notizie che arrivano in maniera ufficiosa da contatti telefonici e ti tieni pronto a cambiare treno e strategia in base all'evoluzione della situazione. D'altra parte gli annunci, al solito, erano poco informativi, ripetevano sempre la stessa cosa: treno fermo tra quelle due stazioni e possibilità (tradotto dal pendolare mentalmente in certezza) di ritardi e variazioni. Che poi le variazioni sono cancellazioni ed accorpamenti: dopo un'ora c'è un'altro treno che fa la stessa tratta con le stesse fermate, è ancora fermo quello precedente per cui si sopprime quello successivo. È qui l'astuzia veramente lodevole di Trenitalia, il risparmio è duplice: risparmia da anni sulla manutenzione (ha iniziato all'inizio degli anni 90, quando ha iniziato ad investire solo sull'alta velocità ed ha incrementato progressivamente questa strategia fino a portare zero la spesa per la manutenzione), per cui se una porta non funziona si blocca con del fil di ferro e siamo a posto, se si rompe un finestrino si chiude la carrozza e se la carrozza è in mezzo, poiché non si può interrompere la continuità del treno, si sopprime la corsa, se un locomotore non funziona, si sopprime la corsa e così via. Gli inconvenienti dovuti alla mancanza di manutenzione sono stati trasformati abilmente in un punto di forza, in un vantaggio, per cui se un treno si ferma per Trenitalia non c'è alcuna penale da pagare (i possessori di abbonamento non hanno diritto al alcun rimborso, mai, in alcun caso, ma anche per gli altri le clausole e le eccezioni sono talmente tante, la burocrazia tale, per cui è rarissimo che qualcuno chieda un rimborso e quasi impossibile che lo ottenga) , ma ha invece il vantaggio di sopprimere le corse successive, così da evitare la spesa che dovrebbe sostenere per quelle corse, ma avendo già intascato gli abbonamenti dei pendolari. 
Geniale!
Coloro che erano sul treno precedente al mio (quello delle 17.49) sono rimasti fermi in mezzo alla campagna per più di tre ore, alcune persone si sono sentite male, ma non è stato possibile far arrivare ambulanze perché il treno era fermo in un tratto irraggiungibile dal di fuori dei binari, ovviamente senza la possibilità di procurarsi da mangiare e da bere e con scarsi bagni (20 anni fa ce n'erano due in ogni carrozza, dicevamo che facevano schifo, ora, sulle stesse carrozze di allora che non sono state cambiate, per la maggior parte i bagni sono inagibili e chiusi, mentre non ci sono parole nella nostra lingua atte a descrivere le condizioni dei pochi bagni che sono rimasti, posso solo dire che rimpiango quelli di venti anni fa che facevano solo schifo).
Io sono stato tra i fortunati che erano sul treno successivo, siamo rimasti tre ore fermi alla stazione Termini in attesa della partenza, ma, come è abitudine di trenitalia, il ritardo viene annunciato a pezzetti per cui non hai modo di organizzarti, decidere strategie alternative, fare altro, magari andare a mangiare, a comprare una bottiglietta d'acqua; invece ci è stato annunciato che il ritardo sarebbe stato di 25 minuti, per poi incrementare gradualmente questo tempo portandolo al momento della partenza a 140 minuti (sui quali però il nostro treno ha fatto altri 20 minuti di ritardo in partenza e ne ha accumulati altri 30 nella tratta fino a Latina). Si sentivano continui scoppi di fegati, già logorati da anni di pendolarismo con la rabbia che monta, che si cerca di mitigare con battute ed ironia, ma con le lacrime agli occhi pensando alle poche ore che rimangono per dormire prima di dover salire nuovamente su un treno in queste condizioni. Cosa puoi fare? Se ne parla, ma l'esperienza ha insegnato che non puoi fare assolutamente nulla, a parte fare il kamikaze con l'esplosione del tuo fegato. I passeggeri del treno delle 17,49 dopo tre ore, ingenuamente ad un certo punto sono scesi (per pochi minuti come ci è stato detto telefonicamente da loro stessi), a trenitalia non è parso vero! Nell'ultima mezz'ora nell'annuncio non si diceva più che la linea era bloccata per un treno (poi si è scoperto che erano due) fermo sui binari, ma per "occupazione dei binari da parte di maestranze estranee alle ferrovie"!
Sono certo che nelle loro statistiche questo ritardo non risulterà dovuto al guasto di un treno, ma, appunto, all'occupazione dei binari da parte dei passeggeri, sebbene questa ci sia stata solo per pochi minuti e dopo tre ore di esasperazione. D'altra parte un paio di settimane fa era accaduta una cosa simile, durante una manifestazione era stato occupato un binario per 5 minuti (1 binario, uno solo, per 5 minuti!) e tutti (tutti!) i treni della stazione Termini hanno subito ritardi anche di ore e cancellazioni che sono state spacciate come dovute ad "occupazione di binari da parte di maestranze estranee alle ferrovie"!
Quando c'è stata la neve, pochi centimetri di neve portavano immediatamente a ritardi di ore e cancellazioni e lo stesso accade quasi quotidianamente per ogni più piccolo imprevisto. 
I pendolari sono pazienti, negli anni c'è una selezione naturale, solo i più pazienti e resistenti vanno avanti, gli altri si arrendono, da un pendolare temprato quindici minuti di ritardo sono recepiti automaticamente come "treno in perfetto orario", dopo la mezz'ora iniziano a percepire un lieve ritardo, sono abituati a dover mettere qualcosa sui sedili per non sporcarsi prima di potersi sedere, sono abituati a dover percorrere mezzo treno per trovare una carrozza con una porta che si apra, ad accodarsi in lunghe file per scendere, ma non sono stupidi, si rendono conto benissimo di come potrebbero essere risolti piccoli inconvenienti e di come invece questi vengono ingigantiti ad arte perché a Trenitalia fa comodo così. Ieri sera si sarebbero potuti far passare comunque i treni, utilizzando il binario libero e facendo passare su di esso alternativamente i treni delle due direzioni, ci sarebbero stati ritardi di qualche decina di minuti e basta, oppure mandare subito una motrice sostitutiva, visto che il treno bloccato era solo a 3 km dalla stazione Termini, ci vogliono 3 ore per trovare una soluzione di questo tipo?
Comunque questa volta è finita bene, non ho dormito in stazione e prima delle 23 ero a casa, per ritrovarmi dopo 8 ore nuovamente in stazione, fresco e fiducioso, pronto a subire nuovi ritardi e disservizi, ascoltando il rassicurante motto di Trenitalia:  
"Ci scusiamo con i passeggeri per l'inconveniente".

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