mercoledì 22 giugno 2011

La democrazia dei cittadini



Per la maggioranza, il governo e soprattutto il padrone di quasi tutto sono tempi duri.
Dopo la batosta delle aministrative ora arriva quest'altra dai referendum.
Se avesse mantenuto la posizione iniziale di non indicazione del voto, poteva esserlo di meno (lo era comunque perché si abrogano leggi volute da questo governo a parte dettagli). Ma considerando l'indicazione di non andare a votare (secondo me non legittima quanto lo sarebbe stato indicare di votare no), più, soprattutto, tutti i mezzucci utilizzati per far andare male il referendum (non accorpamento con le amministrative, con conseguente maggiore spesa di 350 milioni di euro, divieto di parlarne fino ad un paio di settimane fa ed anche dopo tribune messe in orari impossibili, telegiornali che ne parlavano pochissimo e male, dando anche indicazioni sbagliate sui giorni del voto). Considerando tutto ciò è una sonora sconfitta. 
Questa volta non hanno margini per buttarla in caciara!
Hanno straperso!

Ma più che degli sconfitti vorrei parlare dei vincitori che sono di certo i cittadini.
C'è una giustissima contestazione di tutti i partiti che è esplosa con tangentopoli (ma probabilmente covava anche da prima), che ha cercato rifugio più o meno momentaneo in nuovi o rimodernati partiti, ma che non ha trovato soddisfazione spingendo molti, sempre di più, verso l'astensione. Questa insofferenza verso i partiti, ogni tanto ha avuto manifestazioni visibili: nei girotondini, nell'onda, nel movimento 5 stelle, nel popolo viola, ma non trova rappresentanza vera in nessun partito. Sono persone attente che hanno capito molto della politica, molto più di quanto i politici credano ed altre che vanno dietro sentendo a pelle l'ondata. Sono soprattutto cittadini consapevoli dei propri diritti, stanchi di essere ingannati e strumentalizzati dai partiti, che vogliono fare politica (nel senso alto, più vero della parola) in prima persona, che non vogliono delegare, che si danno da fare per cose concrete, indipendentemente da ideologie e visioni più ampie che ognuno ha personalmente.
Mi pare che prima a Milano e Napoli e poi, soprattutto, con i referendum abbiamo vinto NOI.
Ha vinto ognuno di noi, sia chi si è dato più da fare, chi ha raccolto a suo tempo le firme, organizzato le associazioni, sia chi è tra i molti che ne ha parlato nei blog e su facebook, che è andato ad attaccare i volantini che si era stampato a casa propria, che li ha messi nelle cassette della posta dei vicini, che ha sensibilizzato familiari, amici e colleghi, che è andato a spronali fino al giorno del voto ed anche chi è semplicemente andato a votare. Abbiamo vinto tutti, ma soprattutto abbiamo preso coscienza che SI PUÒ FARE!
Questo mi pare più importante ancora dei risultati raggiunti che già sono importanti!
Non avremo il nucleare in Italia (forse non lo avremmo avuto comunque? magari si, ma a che costo? ci avremmo buttato comunque bei miliarducci, che poi era l'interesse principale di chi lo voleva), i comuni non saranno costretti a svendere ad ogni costo l'acqua (si privatizza anche ora ed io, per esperienza personale, ho visto come non convenga sotto nessun punto di vista, ma i comuni non saranno costretti a farlo e potranno scegliere), i presidenti del consiglio (così in generale ;-) ) avranno meno pretesti per non presentarsi in tribunale quando incriminati.
Dunque ce n'è di che festeggiare, ma soprattutto, credo che sia da festeggiare la presa di coscienza che SI PUÒ FARE, che ce la possiamo fare, che se ci organizziamo con obbiettivi ben chiari e condivisi possiamo prevalere sui partiti affaristi. Saranno loro, poi, a seguire (come è avvenuto ora), se faranno quello che i cittadini gli chiedono.
Come deve essere e come speriamo che sempre più sarà!



5 commenti:

  1. Amen, fratello! Lo so, sono un po' in ritardo sul post, ma trovo giusto quello che scrivi, e spero che tutta questa massa di persone, che vogliono ricominciare a contare nella politica del Paese, d'ora in avanti non si esimano dal farlo, e si vada in piazza ogni volta che il mandato è tradito, ogni volta che la politica si distacca eccessivamente, come ora, e da 30'anni a questa parte (o forse più) creando condizioni di vita ormai insostenibili, tutte a carico della fascia più debole: quella che vive di reddito e, anche se lo volesse, non potrebbe mai evadere le tasse.

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  2. Ancora attualissimo fratello ;-)
    Spero anch'io che non finisca qui. Ma devo dire che questa volta è più di una speranza, sono molto fiducioso che sarà così, grazie alla presa di coscienza unita alla necessità, dato il momento così delicato. Non si può permettere, soprattutto in questo momento, che continuino a spremerci ulteriormente per salvaguardare dei privilegi.
    Gli occhi iniziano ad aprirsi, degli incantesimi sono finiti, le cose stanno realmente per cambiare.

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  3. L'ennesimo partigiano grillino fermo ancora a giugno!
    I Partigiani di una volta per liberarsi del regime non badavano al caldo o al freddo!
    Ora Beppe Grillo e Kompagni certificati aspettano la temperatura mite di settembre per la solita ridicola scampagnata!

    La gente come voi la accoglierei a legnate sui denti!

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  4. @Anonimo La prendo come un invito a pubblicare da parte di un fan che non resiste più nell'attesa.

    A parte gli scherzi (che poi con le legnate che minacci mi sa che sei poco propenso), come avrai visto guardando le date dei miei pochi post, non è questione di stagione, ma di avere cose valide da dire o proporre. Una cosa è fare una battuta, quotare affermazioni di altri, un'altra fare un post che sia degno di essere letto, che dica qualcosa di nuovo che non faccia solo perdere tempo a chi lo legge. Da qualche tempo sto rielaborando molto materiale, scriverò quando sarò pronto. D'altronde il tempo che ho a disposizione è poco, pochissimo. Riguardo ai partigiani di una volta sono d'accordo con te, non possiamo che ammirarli; d'altra parte allora, forse, era più chiaro chi erano gli amici e chi i nemici.

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  5. Chi si propone di accogliere il prossimo a legnate sui denti sarà bene che si prepari a prenderne. Anche questo è un segno dell'inciviltà alla quale siamo giunti, quando invece di dibattere su temi comuni che ci vorrebbero tutti partecipi e rispettosi gli uni degli altri, in forma anonima si pratica il dileggio, il disprezzo e l'insulto.

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