mercoledì 21 marzo 2012

La democrazia

Demos (popolo), kratos (potere): potere, comando del popolo. 
Bellissimo proponimento. 
Quanto di più giusto ci si possa proporre, tutti coloro che fanno parte di uno Stato devono anche partecipare alle decisioni, decidere insieme cosa fare e come. 
Non so se in qualche epoca storica sia mai stato realmente così, ma oggi non mi pare proprio che quella che chiamiamo democrazia sia realmente governo del popolo. 
La democrazia non deve essere necessariamente rappresentativa, come è attualmente ovunque (anche se in alcuni Stati con molti strumenti di democrazia diretta), ma quando lo è si delega ad alcune persone il compito di prendere decisioni al posto nostro. Un compito nobilissimo e delicatissimo, perché prevede che chi lo assume faccia gli interessi di chi lo ha delegato e non i propri. Il pericolo però che faccia i propri o di soggetti diversi da chi l'ha delegato è sempre molto alto, ma c'è una stortura che è ancora più pericolosa ed onnipresente, il fatto che alcuni (pochi), sono molto più rappresentati della quasi totalità della popolazione che è rappresentata poco o in taluni casi per niente. Chi ha il potere economico ha anche modo di far eleggere più facilmente chi fa i suoi interessi. Chi ha il controllo criminale del territorio ha anche la possibilità di far eleggere chi fa i suoi interessi. Chi ha il potere politico, comunque l'abbia ottenuto, è favorito rispetto a chi non ce l'ha. Insomma la democrazia, che teoricamente dovrebbe fare gli interessi di tutti (o almeno della maggioranza della popolazione), finisce per fare quelli dei pochi che possono raggiungere i posti di potere politico o mettere propri uomini in questi posti, a spese proprio di quella maggioranza che teoricamente dovrebbe favorire. Una democrazia finisce inevitabilmente per diventare oligarchia. 
È possibile evitarlo? Probabilmente il correttivo più forte che ci possa essere sono i cittadini stessi, una popolazione matura politicamente, evoluta culturalmente sarebbe in grado di evitare, almeno in parte, le trappole della democrazia e preservarne lo spirito, evitare che i centri di potere modifichino le regole a proprio vantaggio, ma nella realtà attuale come si potrebbe? Siamo finiti in un vicolo cieco, in cui i potenti, eletti grazie al potere proprio o di chi sta loro dietro, calpestano la democrazia e rispondono a chi li contesta che loro sono espressione del popolo, che hanno la legittimazione popolare ed il popolo dunque non ha chi lo rappresenti realmente, perché la sua possibilità di esserlo è soffocata proprio da chi teoricamente lo rappresenta. In questa situazione un governo 'tecnico' cioè non composto da persone elette, ma da esperti dei vari campi, finisce per sembrare una liberazione da quel giogo, se non che le decisioni che si prendono, per quanto a volte spacciate per tecniche o inevitabili perché prese all'interno di una visione della società che è già su quella linea, sono sempre e comunque politiche, sono comunque scelte che dovrebbero favorire la collettività, ma nessuno ci garantisce che sia così e potrebbero favorire alcuni a svantaggio di altri (tipicamente pochi a svantaggio di molti), potrebbero e puntualmente questo accade. D'altra parte che ci siano dei tecnici piuttosto che altri non è un caso, non sono stati scelti con le elezioni ma sono scelti comunque da qualcuno. 
Ma allora non ci sono vie di uscita?
Probabilmente no, forse, nel migliore dei casi, con il passare dei decenni (forse dei secoli), ci sarà una progressiva maturazione politica e culturale della popolazione che con alti e bassi alla fine porterà ad un vero governo del popolo, forse si apprenderà dagli errori ed alla lunga si capirà. Ma se chi vuole mantenere i propri privilegi volesse impedire anche questo, cosa potrebbe fare? Ostacolare la crescita culturale, controllare le fonti di informazione (almeno quelle più ascoltate), togliere risorse alla scuola, impoverirla, ridurne la capacità di sviluppare abilità critiche ed anche questo puntualmente accade. Potrebbe alterare le regole democratiche, mantenendole formalmente, ma rendendo sempre più difficile, se non impossibile un ricambio che tolga dal potere chi ci ha messo le mani sopra; ed anche questo puntualmente accade. Allora forse non è detto neanche che tra secoli si vada nella giusta direzione, ammesso poi che abbiamo davanti altri secoli, perché chi ci governa attualmente ci sta portando verso il baratro come viene denunciato continuamente da molti scienziati e come è evidente a chiunque si informi e comprenda quello che sta accadendo.
Il punto sarebbe spezzare il legame che c'è tra chi ha potere e chi governa (sorvolando sulla frequente coincidenza delle due figure), arrivando ad una politica che realmente cerchi il meglio per tutti, non sarebbe così difficile in realtà, la maggior parte dei problemi sembrano insormontabili perché ci vengono rappresentati sempre come contrapposizione di interessi in conflitto inconciliabili, cercando di confondere le acque, così da proporre e realizzare soluzioni che favoriscano alcuni ai danni di molti o lasciare le cose come stanno se costoro sono già favoriti (come frequentemente accade); eppure, in molti casi le soluzioni sono di dominio pubblico, le contrapposizioni costruite ad arte, il bene realmente comune raggiungibile senza la necessità del sacrificio di nessuno (a meno che si consideri sacrificio la perdita di privilegi illegittimi).
Si dovrebbe trovare il modo di dare voce a tutti senza che questa posizione possa 'comprarsela', o comunque accaparrarsela di forza, qualcuno. L'unico modo possibile per raggiungere questo risultato mi pare che sia scegliere i rappresentanti per sorteggio con campionatura statistica o meno, ma comunque con metodi chiari e trasparenti a prova di truffa. 
Certo c'è il rischio che capitino persone non all'altezza del compito, ma i parlamentari attuali, mediamente, lo sono?
Nei ministeri poi le capacità tecniche ci sono già, sarebbe meglio che i politici fossero anche esperti del campo di cui si occupano, ma principalmente devono rappresentare la popolazione, fare gli interessi di tutti più che trovare le soluzioni, devono solo valutare le soluzioni che vengono proposte dagli esperti, prendere decisioni in base alle analisi degli esperti, degli studiosi del campo piuttosto che in base a criteri sempre sfuggenti ed opinabili come avviene attualmente. 
Non ho idea di come si possa arrivare a questo, perché chi detiene il potere fisicamente e chi lo controlla dietro le quinte non lo cederà facilmente; si può discutere di quali forme concrete poi si possano utilizzare per rendere sicure e trasparenti queste estrazioni, quali correttivi eventuali inserire (ovviamente l'esclusione di chi ha subito condanne penali, soprattutto se per corruzione, ma si potrebbe pensare anche ad altri); si potrebbe anche pensare a fare due camere, una di eletti che propongono ed una di estratti che danno la votazione definitiva (ma gli estratti potrebbero votare anche leggi di iniziativa popolare). Insomma ci sono molti dettagli da definire e studiare, ma l'idea di fondo di scegliere con metodi statistici invece che con le elezioni mi pare una soluzione; con le modalità attuali non si selezionano comunque persone più capaci, non è su questi criteri che si basa la scelta, la popolazione anche ammesso che lo voglia fare e sia in grado di farlo, non ha gli strumenti per valutare i candidati da questo punto di vista, per cui si seleziona, nel migliore dei casi, chi è più ambizioso, più aggressivo, più manipolatore, più capace a mentire ed ingannare, è dunque una selezione distorta verso il peggio, le tantissime persone che entrano in politica con i migliori propositi, con spirito di servizio, in una selezione di questo tipo raramente (o forse mai) prevalgono.

mercoledì 14 marzo 2012

I risparmi di Trenitalia



Parlare male di Trenitalia, dei disagi che giornalmente sono costretti a subire i pendolari (ma anche chi viaggia saltuariamente) è troppo facile, allora voglio parlarne bene, va riconosciuto che hanno trovato una strategia davvero creativa per risparmiare, una tecnica che permette loro di trasformare in beneficio e vantaggio le loro debolezze. 
Sono un pendolare fin dai tempi dell'università ed ho continuato ad esserlo successivamente per lavoro, posso vantare più di 20 anni di esperienza nel campo. Ieri sono uscito un po' prima dal lavoro per arrivare un'ora prima del solito a casa e non limitare la mia giornata a lavoro, viaggio e dormitina notturna. Arrivato alla stazione alle 18, ho sentito l'annuncio che un treno era fermo tra le stazioni di Casilina e Torricola e che tutti i treni di quella tratta avrebbero potuto subire ritardi e variazioni. I treni di quella tratta sono quelli che vanno a Nettuno passando per Aprilia e quelli che vanno a Terracina, Minturno e Napoli passando per Latina e Formia (per Napoli c'è anche un'altra tratta ad alta velocità che passa per Frosinone e che rimaneva immune). Un bel po' di treni. Temerariamente, non sono andato a cena (come la mia esperienza mi avrebbe insegnato) per tornare in stazione dopo un paio d'ore e vedere che aria tirava, ma mi sono seduto (che è già un privilegio raro) sul treno delle 18,49 ed ho prestato la massima attenzione agli annunci mentre osservavo lucidi scarafaggi che scorrazzavano per la carrozza gentilmente offerti da Trenitalia per intrattenere piacevolmente i viaggiatori durante la snervante attesa. Per passare il tempo avevo anche un buon libro ovviamente, ma in questi casi è impossibile leggere proprio perché devi sentire gli annunci, sei portato a partecipare ai commenti generali, ad ascoltare le notizie che arrivano in maniera ufficiosa da contatti telefonici e ti tieni pronto a cambiare treno e strategia in base all'evoluzione della situazione. D'altra parte gli annunci, al solito, erano poco informativi, ripetevano sempre la stessa cosa: treno fermo tra quelle due stazioni e possibilità (tradotto dal pendolare mentalmente in certezza) di ritardi e variazioni. Che poi le variazioni sono cancellazioni ed accorpamenti: dopo un'ora c'è un'altro treno che fa la stessa tratta con le stesse fermate, è ancora fermo quello precedente per cui si sopprime quello successivo. È qui l'astuzia veramente lodevole di Trenitalia, il risparmio è duplice: risparmia da anni sulla manutenzione (ha iniziato all'inizio degli anni 90, quando ha iniziato ad investire solo sull'alta velocità ed ha incrementato progressivamente questa strategia fino a portare zero la spesa per la manutenzione), per cui se una porta non funziona si blocca con del fil di ferro e siamo a posto, se si rompe un finestrino si chiude la carrozza e se la carrozza è in mezzo, poiché non si può interrompere la continuità del treno, si sopprime la corsa, se un locomotore non funziona, si sopprime la corsa e così via. Gli inconvenienti dovuti alla mancanza di manutenzione sono stati trasformati abilmente in un punto di forza, in un vantaggio, per cui se un treno si ferma per Trenitalia non c'è alcuna penale da pagare (i possessori di abbonamento non hanno diritto al alcun rimborso, mai, in alcun caso, ma anche per gli altri le clausole e le eccezioni sono talmente tante, la burocrazia tale, per cui è rarissimo che qualcuno chieda un rimborso e quasi impossibile che lo ottenga) , ma ha invece il vantaggio di sopprimere le corse successive, così da evitare la spesa che dovrebbe sostenere per quelle corse, ma avendo già intascato gli abbonamenti dei pendolari. 
Geniale!
Coloro che erano sul treno precedente al mio (quello delle 17.49) sono rimasti fermi in mezzo alla campagna per più di tre ore, alcune persone si sono sentite male, ma non è stato possibile far arrivare ambulanze perché il treno era fermo in un tratto irraggiungibile dal di fuori dei binari, ovviamente senza la possibilità di procurarsi da mangiare e da bere e con scarsi bagni (20 anni fa ce n'erano due in ogni carrozza, dicevamo che facevano schifo, ora, sulle stesse carrozze di allora che non sono state cambiate, per la maggior parte i bagni sono inagibili e chiusi, mentre non ci sono parole nella nostra lingua atte a descrivere le condizioni dei pochi bagni che sono rimasti, posso solo dire che rimpiango quelli di venti anni fa che facevano solo schifo).
Io sono stato tra i fortunati che erano sul treno successivo, siamo rimasti tre ore fermi alla stazione Termini in attesa della partenza, ma, come è abitudine di trenitalia, il ritardo viene annunciato a pezzetti per cui non hai modo di organizzarti, decidere strategie alternative, fare altro, magari andare a mangiare, a comprare una bottiglietta d'acqua; invece ci è stato annunciato che il ritardo sarebbe stato di 25 minuti, per poi incrementare gradualmente questo tempo portandolo al momento della partenza a 140 minuti (sui quali però il nostro treno ha fatto altri 20 minuti di ritardo in partenza e ne ha accumulati altri 30 nella tratta fino a Latina). Si sentivano continui scoppi di fegati, già logorati da anni di pendolarismo con la rabbia che monta, che si cerca di mitigare con battute ed ironia, ma con le lacrime agli occhi pensando alle poche ore che rimangono per dormire prima di dover salire nuovamente su un treno in queste condizioni. Cosa puoi fare? Se ne parla, ma l'esperienza ha insegnato che non puoi fare assolutamente nulla, a parte fare il kamikaze con l'esplosione del tuo fegato. I passeggeri del treno delle 17,49 dopo tre ore, ingenuamente ad un certo punto sono scesi (per pochi minuti come ci è stato detto telefonicamente da loro stessi), a trenitalia non è parso vero! Nell'ultima mezz'ora nell'annuncio non si diceva più che la linea era bloccata per un treno (poi si è scoperto che erano due) fermo sui binari, ma per "occupazione dei binari da parte di maestranze estranee alle ferrovie"!
Sono certo che nelle loro statistiche questo ritardo non risulterà dovuto al guasto di un treno, ma, appunto, all'occupazione dei binari da parte dei passeggeri, sebbene questa ci sia stata solo per pochi minuti e dopo tre ore di esasperazione. D'altra parte un paio di settimane fa era accaduta una cosa simile, durante una manifestazione era stato occupato un binario per 5 minuti (1 binario, uno solo, per 5 minuti!) e tutti (tutti!) i treni della stazione Termini hanno subito ritardi anche di ore e cancellazioni che sono state spacciate come dovute ad "occupazione di binari da parte di maestranze estranee alle ferrovie"!
Quando c'è stata la neve, pochi centimetri di neve portavano immediatamente a ritardi di ore e cancellazioni e lo stesso accade quasi quotidianamente per ogni più piccolo imprevisto. 
I pendolari sono pazienti, negli anni c'è una selezione naturale, solo i più pazienti e resistenti vanno avanti, gli altri si arrendono, da un pendolare temprato quindici minuti di ritardo sono recepiti automaticamente come "treno in perfetto orario", dopo la mezz'ora iniziano a percepire un lieve ritardo, sono abituati a dover mettere qualcosa sui sedili per non sporcarsi prima di potersi sedere, sono abituati a dover percorrere mezzo treno per trovare una carrozza con una porta che si apra, ad accodarsi in lunghe file per scendere, ma non sono stupidi, si rendono conto benissimo di come potrebbero essere risolti piccoli inconvenienti e di come invece questi vengono ingigantiti ad arte perché a Trenitalia fa comodo così. Ieri sera si sarebbero potuti far passare comunque i treni, utilizzando il binario libero e facendo passare su di esso alternativamente i treni delle due direzioni, ci sarebbero stati ritardi di qualche decina di minuti e basta, oppure mandare subito una motrice sostitutiva, visto che il treno bloccato era solo a 3 km dalla stazione Termini, ci vogliono 3 ore per trovare una soluzione di questo tipo?
Comunque questa volta è finita bene, non ho dormito in stazione e prima delle 23 ero a casa, per ritrovarmi dopo 8 ore nuovamente in stazione, fresco e fiducioso, pronto a subire nuovi ritardi e disservizi, ascoltando il rassicurante motto di Trenitalia:  
"Ci scusiamo con i passeggeri per l'inconveniente".

sabato 7 gennaio 2012

Liberiamoci dalla dittatura dei mercati

Caro Mario (caro nel senso del caro mi costi),
sono tra coloro che ha gioito quando lei ha sostituito il suo predecessore ed ho aspettato speranzoso i suoi provvedimenti senza lasciarmi spaventare più di tanto dai sui collegamenti con il mondo bancario.
I suoi provvedimenti non mi sono sembrati così innovativi, né molto diversi da quelli del governo precedente, salvo alcune misure che sembrano puntare realmente all'individuazione dell'evasione, poi ci sono altre misure che sono in arrivo che sembrano interessanti, soprattutto quelle che sembrano voler combattere i privilegi di pochi attualmente sulle spalle di tutti; insomma non mi esprimo ancora con un giudizio negativo, sebbene, per ora, sia assolutamente vero che continuino a pagare sempre gli stessi e che le misure prese finora per allargare il bacino dei paganti siano carezzine, mentre le misure che coinvolgono la stragrande maggioranza di dipendenti e pensionati che ha sempre pagato siano veramente pesanti.
Io sono anche tra coloro che non crede che il debito sia cosa buona, né per i paesi che hanno possibilità di stampare moneta liberamente (aumentando l'inflazione, dunque facendo correre il prezzo delle merci e servizi molto più velocemente degli stipendi e dunque gravando comunque sempre sugli stessi), né per i paesi che, come il nostro, non hanno più questa facoltà.
Sono convinto dunque che il debito non vada aumentato (dunque che si debba raggiungere il pareggio di bilancio) ed anzi che si debba trovare il modo di andare verso l'estinzione di questo debito, magari impiegandoci 50 anni, ma l'obiettivo dovrebbe essere quello, perché con il debito non facciamo altro che regalare denaro sudato a chi semplicemente si ritrovava denaro in più (magari di provenienza meno nobile) ed ha avuto la possibilità di prestarlo allo Stato. Dunque concordiamo anche sul giudizio verso il debito. Credo che il nostro debito abbia un'origine particolarmente negativa dato che è stato creato da politici poco capaci e senza scrupoli che hanno speso non per migliorare il paese, ma per guadagnare il consenso, creando posti inutili a gruppi di persone che garantivano pacchetti di voti, spendendo molto più del dovuto per le opere pubbliche (avendo per così dire un ritorno), favorendo in vari modi amici ed amici degli amici. Il debito, creato soprattutto negli anni 80, ha fatto percepire la situazione italiana migliore di quella che era, chiedendo però a chi veniva dopo, cioè a noi ed ai nostri figli e nipoti, di pagare il benessere di allora.
Insomma penso tutto il male possibile del debito, ma se c'è un momento in cui non ci si dovrebbe preoccupare troppo di esso è proprio questo. È proprio quando c'è una situazione economicamente difficile come quella attuale che si dovrebbe essere un po' meno attenti ai conti ed un po' più al creare le condizioni per la ripresa del paese, è proprio in questi momenti che per aiutare chi è in difficoltà si dovrebbe anche accettare di spendere più di quello che si raccoglie con le tasse. Anche questo poi andrebbe fatto con occhio lungimirante, finanziando ciò che ha ritorni sotto più punti di vista, come mettere in sicurezza il territorio, investire in ricerca, nella scuola, in fonti di energia alternative, evitando di replicare gli errori del passato con le elargizioni di soldi pubblici ai soliti potentati.
Certo avevamo il problema della crescita degli interessi sul debito, del collocamento di nuovi BTP, ma mi chiedo se veramente dobbiamo sottostare così alle 'regole' del mercato. Veramente uno Stato non può fare niente (se vuole ovviamente) per sottrarsi a tutto ciò?
A me, da profano totale di economia, vengono in mente diverse soluzioni, possibile che a professori in materia quali siete voi non vengano in mente?
Provo ad esporne un paio.
Il rischio del default di uno Stato mi pare molto remoto, mi pare una questione tutta finanziaria, non di economia reale, certo che se uno Stato non ha la possibilità di rifinanziare il proprio debito, effettivamente non ha in cassa quanto necessario e la situazione precipita. Ma siamo certi che la stessa finanza che riesce ad inventare per se strumenti tanto inverosimili, non potrebbe per una volta fare, invece, qualcosa di utile alla società? Perché questi BTP dobbiamo per forza venderli a prezzo di mercato? Non si potrebbe fissare un tetto massimo ragionevole (ad esempio 5%) e poi se non si riescono a collocare al di sotto di quel livello semplicemente non si vendono sul mercato, ma in casa? Si attribuiscono semplicemente a chi ha liquidità superiore ad un certo livello (diciamo 10.000 €) esattamente a quel 5% che non si vuole superare. Non vedo controindicazioni reali. Se qualcuno ha una liquidità sul proprio conto superiore ad un certo livello, diciamo a 10.000 euro, non ha necessità impellente di quel denaro, inoltre stiamo parlando di trasformare automaticamente in BTP una percentuale piccolissima di questa liquidità, forse inferiore all'1%. Quelli non sarebbero soldi dati per sempre come quando ci vengono aumentate le tasse, ma si potrebbero vedere (e sono a tutti gli effetti) un investimento molto remunerativo, ad un tasso molto superiore a quello che può rendere quel denaro rimanendo fermo sul conto. Inoltre sarebbe un investimento assolutamente sicuro, perché con questo meccanismo lo Stato non sarebbe soggetto all'aleatorietà del mercato e dunque non potrebbe mai fallire. Inoltre ancora, una misura del genere, credo, rimarrebbe sulla carta piuttosto che essere messa in pratica realmente, perché nel momento in cui venisse fatta una normativa di questo tipo, sono certo che non si supererebbe più quel 5%, dato che il mercato sarebbe rassicurato dall'impossibilità del fallimento e ci ritroveremmo invece che il 5% qualcosa di molto vicino a quel 2% di paesi che appaiono lontani dal rischio di default.
Mettiamo invece che la misura debba essere messa in pratica realmente e proviamo ad immaginare lo scenario peggiore possibile: nel tentativo di collocamento sul mercato si continua superare il 5% e quindi a collocare forzosamente nei conti degli italiani. Intanto non sono del tutto convinto che questo sia negativo, non sono del tutto convinto che sia meglio pagare gli interessi ad investitori prevalentemente esteri come avviene attualmente invece che interni al nostro paese. Comunque immaginiamo che si arrivi a livelli tali per cui le percentuali inizino a farsi sentire e manchi liquidità sul mercato (in altre parole che cittadini che avrebbero bisogno di quel denaro non possano spenderlo perché forzosamente investito in BTP), lo Stato non potrebbe permettere che si possa anche pagare con quei BTP? Cosa avrebbero in meno del denaro comune? Assolutamente nulla, l'uno e l'altro sono garantiti dallo Stato. Avrebbero semmai qualcosa in più, infatti a differenza del denaro comune essi si rivaluterebbero nel tempo.
Insomma mi pare che per i cittadini ci sarebbero solo benefici (e molti) e la politica potrebbe occuparsi di migliorare la vita dei cittadini invece che occuparsi, come fa ormai da molti anni, solo di economia, o meglio di dove prelevare i soldi per andare avanti.
Saprebbe dirmi perché non vengono attuate misure di questo tipo, invece di quelle attuali punitive verso la stragrande maggioranza della popolazione che non ha alcuna colpa della situazione attuale?
(...A parte ovviamente l'essersi fatta governare da chi l'ha fatto finora, ammesso e non concesso che avesse realmente la possibilità di scegliere.)
A meno che invece, lo dico così tanto per dire, come ipotesi limite, questi investitori che ottengono attualmente il 7% e non si accontentano e chiedono di più e vogliono anche affamare il paese, sia in realtà qualcosa di diverso da quello che ci viene riferito normalmente, che non siano singoli, banche, fondi ecc. ma uno spauracchio maneggiato abilmente per spremere ulteriormente popolazioni già spremute oltre il lecito.

venerdì 23 settembre 2011

Concretezza


La mente umana è meravigliosa. È di certo la cosa più complessa presente sulla terra, forse dell'universo, è incredibile quello che riesce a fare, spesso ce ne dimentichiamo, lo diamo per scontato, ma ci sarebbe da meravigliarsi ogni giorno. È sorprendente quanto siamo riusciti a comprendere della realtà, forse non riusciremo mai a comprendere tutto, probabilmente è molto di più quello che non sappiamo, ma è già tantissimo quello che sappiamo. Non era scontato che la realtà fosse comprensibile e che lo fosse fino a questo punto. Anche la tecnologia attuale di cui godiamo (ed in qualche caso soffriamo), deve tutto alla nostra capacità di comprendere quello che ci circonda e quindi di agirvi. Però ci sono campi in cui la comprensione è andata più avanti ed altri in cui si è sempre al punto di partenza, o poco più. Si è studiato, ci sono stati personaggi che ricordiamo per il loro contributo, eppure tutto quello che avevano scoperto viene messo in discussione, altri ripartono completamente da zero ignorandolo, ritenendolo errato nell'approccio complessivo. Questo accade nelle scienze umane, sociali ed economiche. Accade certamente perché la presenza umana rende le cose più complesse, ma accade anche perché vedere le cose in un modo oppure nell'altro porta a conseguenze, può favorire qualcuno rispetto ad altri, insomma ci sono (come si suol dire) interessi dietro. Se in un campo c'è molta confusione, si fatica ad arrivare a punti fermi, ci si può giurare: ci sono interessi dietro. Lo prenderei come un dato di fatto, un principio che difficilmente può essere messo in discussione, gli esempi si sprecano, ognuno può andare a vedere ed accorgersene.

Dunque, in questi casi, è possibile arrivare a conclusioni opposte, pur in maniera apparentemente corretta, a volte addirittura portando prove e dimostrazioni a favore dell'una e dell'altra tesi. Certo andando a scavare in queste 'prove', in molti casi, si scopre che le due tesi non sono proprio equivalenti. Ma per andare a scavare è necessario avere le capacità, il tempo ed, in molti casi, l'accesso alle fonti. Solo allora è possibile scoprire come stanno realmente le cose ed a volte non è neanche sufficiente. Queste difficoltà ci sono, proprio nei campi che ci riguardano più da vicino, proprio riguardo a ciò su cui dovremmo avere le idee più chiare. Così va a finire che si cercano scorciatoie, che ci si fa un'idea di massima e si rimane vicini ad essa e si cercano di inquadrare le cose secondo quell'ottica.
Tutto questo solo per dire qualcosa che sappiamo e che ci ripetiamo sempre: che non dobbiamo credere a tutto quello che ci viene detto, che dobbiamo utilizzare il nostro senso critico. D'altra parte a volte il senso critico non basta, a volte, proprio per la difficoltà di comprendere come stanno veramente le cose, si instaurano abitudini, modalità di pensiero, su cui ci adagiamo e finiamo per rigettare tutto quello che arriva da una fonte e per accettare tutto quello che arriva da un'altra. Finisce che siamo critici con la scienza ufficiale, con le interpretazioni accettate di alcuni fatti e non lo siamo altrettanto nei confronti di quelle 'alternative'.
Così a volte le menti più critiche, più feconde, più attente si perdono dietro teorie affascinanti, ma difficilmente provabili o confutabili, dietro possibilità interessanti, ma dubbie. Insomma è forte il rischio che chi evita le strade battute da tutti e vuole, giustamente, esplorarne altre, finisca per perdersi in queste strade. D'altronde è un rischio che vale la pena correre, se non ci fossero persone disposte a correre questo rischio, saremmo persi.
Io mi permetto solo di ricordare a queste menti di tenere sempre e comunque gli occhi aperti; di non rimanere troppo affascinati da cose che sembrano spiegare molto, ma sono basate solo sulla combinazione azzardata di elementi diversi, sulla base di intuizioni più o meno estemporanee. Tenerne conto certo, lasciarle in un angolo come possibilità, cercare prove che le confermino o smentiscano, ma rimanere comunque in ascolto, soprattutto non dimenticare le cose più elementari.

Ricordo questo perché, come sappiamo, c'è chi vuole manipolarci, è evidente che sia così, non potrebbe non essere così. Ci sono disparità sociali, privilegi, c'è chi è favorito dalla situazione attuale e chi è sfavorito, chi avrebbe interesse a rimuovere disparità sociali e privilegi e chi vorrebbe mantenerli ed anzi accentuarli, mettersi maggiormente al sicuro dalla possibilità che gli vengano tolti. Coloro che vogliono mantenerli ed accentuarli sono pochissimi, sono una minoranza, dunque non si spiegherebbe come riescano a mantenere le cose. Ci riescono, appunto, nascondendo come stanno alcune cose, distorcendone altre, inventandone altre ancora. Tipologie diverse di persone vengono manipolate in maniera diversa, ci sono le panzane per l'uomo comune che alle menti più raffinate sembrano ridicole e complicatissime trame che invece allettano queste ultime portandole lontane e rendendole innocue per il vero potere.

Non ho soluzioni, purtroppo, ma inviterei tutti a rimanere sempre su più piani, a non rinunciare ad un fronte perché sembra meglio un'altro, a non rinunciare a nessuna arma e nostra disposizione, neanche spuntata come può essere quella del voto, a non sottovalutare alcun nostro contributo, che può sembrare piccolo come quello dell'attenzione alla sostenibilità delle nostre scelte ed a quello che acquistiamo e che non acquistiamo, del gesto o della parola giusta nella vita quotidiana. Ogni nostro atto influenza quello che accade, sono piccolissimi contributi, ma tutti insieme formano lo stato attuale delle cose, se fossimo tutti coordinati potremmo decidere immediatamente in che direzione andare, purtroppo siamo lontani da questo, ma almeno facciamo quello che possiamo, accettiamo la strada intrapresa da altri, favoriamola, evitiamo di combatterci tra noi, di dividerci su sfumature ed accettiamo di fare anche piccoli passi se non si trova la maniera di farne di grandi.
C'è sempre stata una contrapposizione tra chi vuole cambiare le cose immediatamente, di colpo, anche violentemente e chi vuole farlo gradualmente, scivolando verso una società migliore. Mi pare però che le rivoluzioni abbiano risolto poco, che spesso ne sono seguite delle restaurazioni, che nel caos prendano il sopravvento le persone peggiori e spesso si sia finito per peggiorare le cose. D'altra parte lo scivolamento continuo spesso si arresta ed indietreggia, appena l'attenzione si abbassa, appena si danno per acquisiti alcuni punti, gli avanzamenti sono limitati, vengono concessi solo finché si rimane all'interno di determinati schemi. I nemici sono anche chi vede queste strategie come inconciliabili, potrebbero invece associarsi, quella cruenta come spauracchio, sempre in procinto di scatenarsi e lo scivolamento appoggiato da tutti, senza contrasti da parte di chi vuole "far emergere le contraddizioni", approfittando invece di ogni piccolo passo nella giusta direzione. 



Sintesi per chi, giustamente, si rifiuta di leggere un post così lungo, inutile per chi l'ha letto:
 
Non è un caso che nelle scienze sociali ed in quelle economiche ci siano più teorie contrapposte e meno (o nessuno) punti fermi. La causa è la complessità delle questioni, ma ancor più il fatto che una teoria o l'altra favoriscono interessi diversi e dunque si passa da un confronto scientifico ad uno di forze contrapposte. In questi campi, dunque, è più difficile affidarsi ad esperti, perché non è sempre evidente da quale parte stanno, poiché, purtroppo, in questi campi, non c'è solo la parte della ricerca della conoscenza, ma anche e soprattutto quella della convenienza. Chi è in grado di farlo, ha le capacità, la volontà ed il tempo, dovrebbe approfondire da solo ed affidarsi il meno possibile ad esperti e comunque verificare quello che dicono. Se si comincia a costruire su affermazioni di esperti dandole per buone, si può arrivare a conclusioni erronee pur ragionando correttamente. In molti casi la manipolazione che conosciamo si spinge fino alla scienza. Tipologie diverse di persone vengono manipolate in maniera diversa, ci sono le panzane per l'uomo comune, che alle menti più raffinate sembrano ridicole e complicatissime trame che invece allettano queste ultime e finiscono per neutralizzarle. Lo scopo è sempre quello di dividere. Ribadisco il mio solito invito a non dividerci, a guardare e capire il percorso di ognuno, a saper riconoscere chi cammina nella stessa direzione anche se in maniera diversa e ad accompagnarsi invece di contrapporsi discutendo sul come agire e finendo per denigrarsi e combattersi.
Dovremmo coordinarci, se possibile, ma comunque rispettarci ed aiutarci a distanza.



mercoledì 22 giugno 2011

La democrazia dei cittadini



Per la maggioranza, il governo e soprattutto il padrone di quasi tutto sono tempi duri.
Dopo la batosta delle aministrative ora arriva quest'altra dai referendum.
Se avesse mantenuto la posizione iniziale di non indicazione del voto, poteva esserlo di meno (lo era comunque perché si abrogano leggi volute da questo governo a parte dettagli). Ma considerando l'indicazione di non andare a votare (secondo me non legittima quanto lo sarebbe stato indicare di votare no), più, soprattutto, tutti i mezzucci utilizzati per far andare male il referendum (non accorpamento con le amministrative, con conseguente maggiore spesa di 350 milioni di euro, divieto di parlarne fino ad un paio di settimane fa ed anche dopo tribune messe in orari impossibili, telegiornali che ne parlavano pochissimo e male, dando anche indicazioni sbagliate sui giorni del voto). Considerando tutto ciò è una sonora sconfitta. 
Questa volta non hanno margini per buttarla in caciara!
Hanno straperso!

Ma più che degli sconfitti vorrei parlare dei vincitori che sono di certo i cittadini.
C'è una giustissima contestazione di tutti i partiti che è esplosa con tangentopoli (ma probabilmente covava anche da prima), che ha cercato rifugio più o meno momentaneo in nuovi o rimodernati partiti, ma che non ha trovato soddisfazione spingendo molti, sempre di più, verso l'astensione. Questa insofferenza verso i partiti, ogni tanto ha avuto manifestazioni visibili: nei girotondini, nell'onda, nel movimento 5 stelle, nel popolo viola, ma non trova rappresentanza vera in nessun partito. Sono persone attente che hanno capito molto della politica, molto più di quanto i politici credano ed altre che vanno dietro sentendo a pelle l'ondata. Sono soprattutto cittadini consapevoli dei propri diritti, stanchi di essere ingannati e strumentalizzati dai partiti, che vogliono fare politica (nel senso alto, più vero della parola) in prima persona, che non vogliono delegare, che si danno da fare per cose concrete, indipendentemente da ideologie e visioni più ampie che ognuno ha personalmente.
Mi pare che prima a Milano e Napoli e poi, soprattutto, con i referendum abbiamo vinto NOI.
Ha vinto ognuno di noi, sia chi si è dato più da fare, chi ha raccolto a suo tempo le firme, organizzato le associazioni, sia chi è tra i molti che ne ha parlato nei blog e su facebook, che è andato ad attaccare i volantini che si era stampato a casa propria, che li ha messi nelle cassette della posta dei vicini, che ha sensibilizzato familiari, amici e colleghi, che è andato a spronali fino al giorno del voto ed anche chi è semplicemente andato a votare. Abbiamo vinto tutti, ma soprattutto abbiamo preso coscienza che SI PUÒ FARE!
Questo mi pare più importante ancora dei risultati raggiunti che già sono importanti!
Non avremo il nucleare in Italia (forse non lo avremmo avuto comunque? magari si, ma a che costo? ci avremmo buttato comunque bei miliarducci, che poi era l'interesse principale di chi lo voleva), i comuni non saranno costretti a svendere ad ogni costo l'acqua (si privatizza anche ora ed io, per esperienza personale, ho visto come non convenga sotto nessun punto di vista, ma i comuni non saranno costretti a farlo e potranno scegliere), i presidenti del consiglio (così in generale ;-) ) avranno meno pretesti per non presentarsi in tribunale quando incriminati.
Dunque ce n'è di che festeggiare, ma soprattutto, credo che sia da festeggiare la presa di coscienza che SI PUÒ FARE, che ce la possiamo fare, che se ci organizziamo con obbiettivi ben chiari e condivisi possiamo prevalere sui partiti affaristi. Saranno loro, poi, a seguire (come è avvenuto ora), se faranno quello che i cittadini gli chiedono.
Come deve essere e come speriamo che sempre più sarà!



sabato 28 maggio 2011

Qualunquismi





Basta con il qualunquismo grillesco! 
Ci vogliono proposte concrete, utili al paese, di ampio respiro.
Si potrebbero portare un paio di ministeri a Milano! Questa si che sarebbe una proposta intelligente.
Se ne potrebbero portare altri due a Napoli, questo sarebbe perseverare intelligentemente sulla strada giusta.
Si potrebbero poi riportare a Roma, magari in occasione di eventuali ballottaggi futuri nella capitale ed il ritorno dei ministeri avverrebbe in quel momento solo per un caso, sia ben chiaro.
Si potrebbe aprire un bel casinò in ogni comune!

Si potrebbero fare campi da golf nei parchi cittadini.
Si potrebbero azzerare tutte le multe e magari azzerare anche tutte le tasse perché no? Lo stato si potrebbe alleggerire molto licenziando in blocco tutti i suoi dipendenti assenteisti (a parte i politici che devono portare avanti questa ed altre riforme per il paese) offrendo i loro posti ai disoccupati (momentaneamente non sarebbero pagati, ovviamente, ma d'altronde non lo erano neanche prima, dunque di cosa si dovrebbero lamentare? Almeno avrebbero un lavoro e contribuirebbero al miglioramento dei conti dello stato). Con questo si risolverebbe il problema delle tasse e quello della disoccupazione a costo zero! Gli altri costi verrebbero pagati con offerte volontarie da parte di privati. Ci sono tanti privati che smaniano dalla voglia di offrire denaro ai politici, oggi lo devono fare nascostamente, domani potranno farlo liberamente, alla luce del sole! Loro sarebbero contenti di questo, il popolo sarebbe contento di non pagare tasse!
Si potrebbero chiudere le scuole facendo la gioia di tanti bambini e ragazzi e questa sarebbe la più grande riforma della scuola, addirittura superiore a quella della Gelmini che era già di tutto rispetto!
Si potrebbero chiudere gli ospedali, abolendo per decreto le malattie, si sta pensando ad una legge chiamata provvisoriamente della malattia breve, per ora si preferisce non divulgare i dettagli, ma è una soluzione veramente innovativa e risolutiva. Basta con le malattie, i malati, gli ospedali ed altre cose del genere! D'altronde dopo la risoluzione del problema del cancro, è rimasto ben poco da curare ed infatti si stanno già da qualche tempo chiudendo molti ospedali e reparti.
Un'altro bel taglio si darebbe abolendo polizia e carabinieri, che sarebbero sostituiti da ronde padane e polizie private. Si potrebbero chiudere i tribunali evitando così tutte le lungaggini dei procesi che sappiamo, tanto si sa che i giudici sono in mala fede, lasciamo decidere al popolo con elezioni, televoto e manifestazioni di appoggio chi è innocente e chi colpevole, d'altronde, come dicevano i latini: 'Vox populi, vox Dei' (o Die)! E poi, ormai, bloccato l'ingresso degli stranieri nel nostro paese, non ci saranno più crimini e non ci sarà più bisogno né di polizia, né di tribunali, né di carceri! Sia ben chiaro questo finché non riandranno al governo i comunisti, che se accadesse, quelli riaprirebbero le porte, costruirebbero moschee ed inviterebbero gli africani a stuprare le vostre donne!
D'altronde si è già dimostrato che la volontà di combattere il qualunquismo è concreta, quando si è tolta ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati, è stato proprio per evitare che si scegliessero candidati qualunque. Si è trattato, appunto, di una lungimirante mossa contro il qualunquismo. 




venerdì 27 maggio 2011

Verità da Battaglia


Il 28 aprile scorso ad Annozero abbiamo sentito delle affermazioni fatte dal professor Francesco Battaglia, che hanno lasciato me e molti altri a dir poco stupefatti. Le sue affermazioni erano molto lontane dal sentire comune, dunque fino ad allora vevamo sentito solo chiacchiere ed ora finalmente sentivamo uno scienziato vero? Il professore ospite della puntata ha effettivamente validi titoli accademici (anche se solo parzialmente attinenti con l'argomento nucleare e soprattutto radiazioni ed effetti delle stesse), ma era sicuramente in grado di interpretare studi sull'argomento meglio di me e di altri.

Ho provato allora a confrontare le sue affermazioni più inverosimili con i dati di organismi autorevoli ed indipendenti.

Battaglia: Il fotovoltaico e l'eolico sono una colossale frode!
I motivi non li spiega però, dice che li dirà dopo, ma inizia invece ad elencare alcuni modi in cui si può produrre energia.
Battaglia: L'energia si può produrre solo in quattro modi: con l'idroelettrico, bruciando carbone, bruciando gas e con la fissione nucleare. Non ce ne sono altri!
Non ce ne sono altri? Ovviamente tutti sanno che ce ne sono altri, dunque ha detto, alla lettera, una falsità evidentissima (in realtà esistono anche eolico, fotovoltatico, solare a concentrazione, geotermico, energia tratta dal moto ondoso e dalle maree e ce ne sono allo studio altri). Ma passiamogli che volesse intendere 'principalmente', volendo surrettiziamente far passare l'idea che gli altri modi siano marginali, che quelli veri siano solo quelli elencati da lui. Se intendeva questo, ha detto comunque una falsità, perché attualmente in Italia il nucleare non c'è e dunque non andava messo in quell'elenco, se vogliamo considerare l'utilizzo in altri paesi abbiamo consumi percentuali molto diverse in base alle possibilità ed alle scelte fatte da ogni paese. In alcuni stati il nucleare è importante, in altri meno, in molti è assente. In ogni caso, se vogliamo ragionare a livello planetario, stiamo confrontando il nucleare, le cui percentuali vanno diminuendo nel mondo (unica fonte di energia che diminuisce anche in valore assoluto, tra l'altro), con le rinnovabili che sono solo all'inizio (a parte l'idroelettrico che ne è, per ora la componente maggiore) e che si svilupperanno se ci si punterà. Ragionando nella sua maniera, dunque, non si dovrebbero mai sviluppare nuove tecnologie, valutanto che nessuno le utilizza ancora?
Più avanti cerca anche di suggerire che il solare c'è da 40 anni e non si è sviluppato, in verità il solare era effettivamente troppo costoso, ma i suoi costi continuano a diminuire, mentre quelli del nucleare ad aumentare, tanto che era uscito uno studio secondo il quale il sorpasso ci sarebbe già stato nel 2010, poi pare che sia stato in parte smentito, in ogni caso se i costi di una tecnologia continuano a scendere e quelli di un'altra continuano a salire, è solo questione di tempo per il sorpasso. Tantopiù che il nucleare ha dei costi nascosti (i danni ambientali, il deposito definitivo delle scorie a decadimento più lungo, la dismissione delle centrali stesse) che quando vengono conteggiati lo rendono già oggi improponibile proprio per i costi.
Battaglia: Sarebbe possibile sostituire uno solo dei 30 Gw di cui abbiamo bisogno con 10, 100, 1000 Gw prodotti con il fotovoltaico? No! Perché perche il sole non brilla 24 ore su 24!
Se parliamo solo della produzione con fotovoltatico potrebbe anche essere vero, effettivamente quando il sole non c'è, non si può produrre con il fotovoltaico, però questa produzione avviene proprio quando ce n'è più bisogno, cioè di giorno e quando è più caldo (infatti gli unici black out che abbiamo avuto si sono verificati in piena estate, quando l'uso dei condizionatori ha fatto salire eccessivamente il consumo), inoltre esistono sistemi di immagazzinamento dell'energia (anche se c'è perdita) quali accumulatori e trasformazione in altri tipi di energia. Ma sopratutto nessuno parla di utilizzare SOLO il fotovoltaico, tanto più che, per rimanere nel solare, con il solare termico (quello proposto da Rubbia) non c'è questo problema della mancanza di continuità, perché si continua a generare energia anche di notte, grazie al calore accumulato di giorno. 
 
Battaglia: Possiamo sostituire uno solo dei 60 Gw dei momenti di picco con 10, 100, 1000 Gw prodotti con il fotovoltaico? No! Perché perché dobbiamo avere la certezza di avere questa energia proprio quando ci serve.
Direi che valgono le stesse risposte di sopra. I picchi si hanno proprio quando c'è più sole, dunque è proprio l'energia giusta per coprire i picchi. Ma, se ci fossero in altri momenti abbiamo sempre l'immagazzinamento e soprattutto le fonti DEVONO essere diverse, nessuno parla di utilizzare SOLO il solare, né tantomeno solo il fotovoltaico. Il nucleare poi è quanto di meno adatto ci sia per i picchi, dato che produce costantemente la stessa quantità di energia, le variazioni sono molto lente e, per questo motivo, si fa ampio uso di accumulatori per immagazzinare l'energia prodotta in eccesso di notte ed utilizzarla di giorno.

Siamo arrivati alle affermazioni che hanno colpito di più, quelle sulla sicurezza.
Esordisce con una affermazione che, secondo me, non avrebbe neanche bisogno di smentita.

Battaglia: I fatti di Chernobyl e Fukushima dimostrano che il nucleare è la fonte di energia più sicura.
Quando ho sentito questa, non potevo credere che si potesse arrivare a tanto, ma in seguito, andandomi ad informare sul personaggio, ho scoperto che scrive regolarmente su 'Il Giornale' ed allora mi è risultato tutto più chiaro. Sa che lì le può sparare grosse quanto vuole, che tanto i suoi lettori se le bevono sempre, sa anche che a forza di ripeterle (ed hanno i mezzi per ripeterle molto), anche le falsità più incredibili diventano verità, dunque si tratta solo di farsi coraggio all'inizio, poi piano piano passeranno...
Comunque rispondo come se fosse un'affermazione degna di ascolto.
Non mi risulta che sia mai morto nessuno a causa del solare o dell'eolico e già ne abbiamo trovate due più sicure, proprio le prime che mi sono venute in mente. Sarebbe lungo verificare in dettaglio le altre riguardo ai disastri avvenuti, anche perché andrebbero ponderati con l'energia prodotta. Comunque, per quanto riguarda il nucleare, come si fa ad affermare che è la più sicura? Per prima cosa abbiamo un
numero enorme di incidenti (anche se i danni accertati sono questi sempre stati di lieve entità, a parte quei due casi famosi), ma soprattutto va considerato che le radiazioni si protraggono nel tempo e gli effetti si vedono a distanza di anni. È solo con studi epidemiologici che vadano a confrontare l'incidenza di alcune malattie nei pressi di siti che hanno subito perdite, rispetto ad altre che si possono scoprire le conseguenze.
Uno studio tedesco (
KIKK) ha confrontato l'incidenza di tumori in bambini di età inferiore a 5 anni che vivono nei pressi di centrali con bambini della popolazione trovando una differenza significativa. Questo in centrali che funzionavano normalmente, SENZA incidenti.

Battaglia: L'incidente di Chernobyl, negli anni successivi, le eccessive radiazioni[...], cosa ha causato? Bene, nel rapporto dell'UNSCEAR, si può leggere testualmente:' non si è osservata aumento di incidenza di alcuna radiopatologia'.
Il rapporto dell'UNSCEAR è quello che tende maggiormente a minimizzare, ma non dice esattamente quello che afferma Battaglia. Io ho dato una scorsa veloce e ad un certo punto si afferma che a parte 'il drammatico aumento del cancro alla tiroide' tra coloro che sono stati esposti in giovane età ed escludendo l'aumento di leucemie tra i lavoratori non è stato dimostrato con chiarezza un'incremento di leucemie e tumori solidi nella popolazione esposta. "Apart from the dramatic increase in thyroid cancer incidence among those exposed at a young age, and some indication of an increased leukaemia and cataract incidence among the workers, there is no clearly demonstrated increase in the incidence of solid cancers or leukaemia due to radiation in the exposed populations."
Dunque a parte il DRAMMATICO AUMENTO del cancro alla tiroide! Come si fa a trasformare questa affermazione in quello che dice Battaglia? E cioè che non si è osservato l'aumento di alcuna radiopatologia?
Più avanti dice che c'è una tendenza ad attribuire incrementi nelle aliquote di tutti i tipi di cancro nel tempo, come se fossero dovuti all'inciedente di Chernobyl, ma si dovrebbe notare che questi incrementi c'erano stati anche prima in quelle aree. Perdipiù si osserva un generale aumento della mortalità in varie aree dell'ex Unione Sovietica e di questo si dovrebbe tener conto quando si interpretano questi risultati. “There is a tendency to attribute increases in the rates of all cancers over time to the Chernobyl accident, but it should be noted that increases were also observed before the accident in the affected areas. Moreover, a general increase in mortality has been reported in recent decades in most areas of the former Soviet Union, and this must be taken into account when interpreting the results of the accident-related studies”.
A me pare che un po' si rispondano da soli, cercando di camuffare incrementi nell'incidenza che risultano evidenti, col fatto che c'erano stati anche prima dell'incidente. Dunque poiché i danni c'erano anche con le radiazione dovute al funzionamento normale allora i danni causati dall'incidente non sono significativi! Affermano poi che si deve tener conto dell'aumento di mortalità rilevato in varie zone dell'ex Unione Sovietica. Dunque danni più gravi e generalizzati vengono utilizzati per dimostrare il contrario!
Il
rapporto ufficiale ONU che mette insieme al rapporto UNCEAR, OMS, e IAEA parla invece di una stima di morti presunti di 4.000
Ma queste sono le stime più prudenti, quella di Greenpeace parla di 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni, contando tutti i tipi di tumori riconducibili al disastro! 



Personalmente mi sento di credere maggiormente a Greenpeace sapendo gli ideali da cui sono mossi ed avendo la certezza che a finanziarli siano solo comuni cittadini come me. 
Di Battaglia non so niente, se non il suo curriculum (di tutto rispetto) ed il fatto che ha pubblicato libri con prefazione di Silvio Berlusconi e che scrive regolarmente su 'Il Giornale'.

In generale vorrei ricordare che ci sono stati scienziati che hanno negato e nascosto (finché hanno potuto) i danni del fumo, dell'amianto, l'esistenza del buco nell'ozono e le cause antropiche del riscaldamento terrestre e che in molti casi si è dimostrato che le multinazionali che finanziavano studi tranquillizzanti SAPEVANO come stavano realmente le cose.


 


Questo post era già stato pubblicato e commentato il 3/5/2011 su Blog Drome
 e su Golem il 6/5/2011