mercoledì 21 marzo 2012

La democrazia

Demos (popolo), kratos (potere): potere, comando del popolo. 
Bellissimo proponimento. 
Quanto di più giusto ci si possa proporre, tutti coloro che fanno parte di uno Stato devono anche partecipare alle decisioni, decidere insieme cosa fare e come. 
Non so se in qualche epoca storica sia mai stato realmente così, ma oggi non mi pare proprio che quella che chiamiamo democrazia sia realmente governo del popolo. 
La democrazia non deve essere necessariamente rappresentativa, come è attualmente ovunque (anche se in alcuni Stati con molti strumenti di democrazia diretta), ma quando lo è si delega ad alcune persone il compito di prendere decisioni al posto nostro. Un compito nobilissimo e delicatissimo, perché prevede che chi lo assume faccia gli interessi di chi lo ha delegato e non i propri. Il pericolo però che faccia i propri o di soggetti diversi da chi l'ha delegato è sempre molto alto, ma c'è una stortura che è ancora più pericolosa ed onnipresente, il fatto che alcuni (pochi), sono molto più rappresentati della quasi totalità della popolazione che è rappresentata poco o in taluni casi per niente. Chi ha il potere economico ha anche modo di far eleggere più facilmente chi fa i suoi interessi. Chi ha il controllo criminale del territorio ha anche la possibilità di far eleggere chi fa i suoi interessi. Chi ha il potere politico, comunque l'abbia ottenuto, è favorito rispetto a chi non ce l'ha. Insomma la democrazia, che teoricamente dovrebbe fare gli interessi di tutti (o almeno della maggioranza della popolazione), finisce per fare quelli dei pochi che possono raggiungere i posti di potere politico o mettere propri uomini in questi posti, a spese proprio di quella maggioranza che teoricamente dovrebbe favorire. Una democrazia finisce inevitabilmente per diventare oligarchia. 
È possibile evitarlo? Probabilmente il correttivo più forte che ci possa essere sono i cittadini stessi, una popolazione matura politicamente, evoluta culturalmente sarebbe in grado di evitare, almeno in parte, le trappole della democrazia e preservarne lo spirito, evitare che i centri di potere modifichino le regole a proprio vantaggio, ma nella realtà attuale come si potrebbe? Siamo finiti in un vicolo cieco, in cui i potenti, eletti grazie al potere proprio o di chi sta loro dietro, calpestano la democrazia e rispondono a chi li contesta che loro sono espressione del popolo, che hanno la legittimazione popolare ed il popolo dunque non ha chi lo rappresenti realmente, perché la sua possibilità di esserlo è soffocata proprio da chi teoricamente lo rappresenta. In questa situazione un governo 'tecnico' cioè non composto da persone elette, ma da esperti dei vari campi, finisce per sembrare una liberazione da quel giogo, se non che le decisioni che si prendono, per quanto a volte spacciate per tecniche o inevitabili perché prese all'interno di una visione della società che è già su quella linea, sono sempre e comunque politiche, sono comunque scelte che dovrebbero favorire la collettività, ma nessuno ci garantisce che sia così e potrebbero favorire alcuni a svantaggio di altri (tipicamente pochi a svantaggio di molti), potrebbero e puntualmente questo accade. D'altra parte che ci siano dei tecnici piuttosto che altri non è un caso, non sono stati scelti con le elezioni ma sono scelti comunque da qualcuno. 
Ma allora non ci sono vie di uscita?
Probabilmente no, forse, nel migliore dei casi, con il passare dei decenni (forse dei secoli), ci sarà una progressiva maturazione politica e culturale della popolazione che con alti e bassi alla fine porterà ad un vero governo del popolo, forse si apprenderà dagli errori ed alla lunga si capirà. Ma se chi vuole mantenere i propri privilegi volesse impedire anche questo, cosa potrebbe fare? Ostacolare la crescita culturale, controllare le fonti di informazione (almeno quelle più ascoltate), togliere risorse alla scuola, impoverirla, ridurne la capacità di sviluppare abilità critiche ed anche questo puntualmente accade. Potrebbe alterare le regole democratiche, mantenendole formalmente, ma rendendo sempre più difficile, se non impossibile un ricambio che tolga dal potere chi ci ha messo le mani sopra; ed anche questo puntualmente accade. Allora forse non è detto neanche che tra secoli si vada nella giusta direzione, ammesso poi che abbiamo davanti altri secoli, perché chi ci governa attualmente ci sta portando verso il baratro come viene denunciato continuamente da molti scienziati e come è evidente a chiunque si informi e comprenda quello che sta accadendo.
Il punto sarebbe spezzare il legame che c'è tra chi ha potere e chi governa (sorvolando sulla frequente coincidenza delle due figure), arrivando ad una politica che realmente cerchi il meglio per tutti, non sarebbe così difficile in realtà, la maggior parte dei problemi sembrano insormontabili perché ci vengono rappresentati sempre come contrapposizione di interessi in conflitto inconciliabili, cercando di confondere le acque, così da proporre e realizzare soluzioni che favoriscano alcuni ai danni di molti o lasciare le cose come stanno se costoro sono già favoriti (come frequentemente accade); eppure, in molti casi le soluzioni sono di dominio pubblico, le contrapposizioni costruite ad arte, il bene realmente comune raggiungibile senza la necessità del sacrificio di nessuno (a meno che si consideri sacrificio la perdita di privilegi illegittimi).
Si dovrebbe trovare il modo di dare voce a tutti senza che questa posizione possa 'comprarsela', o comunque accaparrarsela di forza, qualcuno. L'unico modo possibile per raggiungere questo risultato mi pare che sia scegliere i rappresentanti per sorteggio con campionatura statistica o meno, ma comunque con metodi chiari e trasparenti a prova di truffa. 
Certo c'è il rischio che capitino persone non all'altezza del compito, ma i parlamentari attuali, mediamente, lo sono?
Nei ministeri poi le capacità tecniche ci sono già, sarebbe meglio che i politici fossero anche esperti del campo di cui si occupano, ma principalmente devono rappresentare la popolazione, fare gli interessi di tutti più che trovare le soluzioni, devono solo valutare le soluzioni che vengono proposte dagli esperti, prendere decisioni in base alle analisi degli esperti, degli studiosi del campo piuttosto che in base a criteri sempre sfuggenti ed opinabili come avviene attualmente. 
Non ho idea di come si possa arrivare a questo, perché chi detiene il potere fisicamente e chi lo controlla dietro le quinte non lo cederà facilmente; si può discutere di quali forme concrete poi si possano utilizzare per rendere sicure e trasparenti queste estrazioni, quali correttivi eventuali inserire (ovviamente l'esclusione di chi ha subito condanne penali, soprattutto se per corruzione, ma si potrebbe pensare anche ad altri); si potrebbe anche pensare a fare due camere, una di eletti che propongono ed una di estratti che danno la votazione definitiva (ma gli estratti potrebbero votare anche leggi di iniziativa popolare). Insomma ci sono molti dettagli da definire e studiare, ma l'idea di fondo di scegliere con metodi statistici invece che con le elezioni mi pare una soluzione; con le modalità attuali non si selezionano comunque persone più capaci, non è su questi criteri che si basa la scelta, la popolazione anche ammesso che lo voglia fare e sia in grado di farlo, non ha gli strumenti per valutare i candidati da questo punto di vista, per cui si seleziona, nel migliore dei casi, chi è più ambizioso, più aggressivo, più manipolatore, più capace a mentire ed ingannare, è dunque una selezione distorta verso il peggio, le tantissime persone che entrano in politica con i migliori propositi, con spirito di servizio, in una selezione di questo tipo raramente (o forse mai) prevalgono.

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