mercoledì 18 novembre 2009

Le concentrazioni di potere

Se il potere fosse realmente distribuito non ci sarebbero problemi politici, sociali, economici.
Proviamo ad immaginare una comunità umana il più semplice possibile, praticamente poche famiglie che condividono i frutti del loro lavoro. Situazione apparentemente idilliaca e irrealistica. Probabilmente all’alba della civiltà, una tale convivenza sarebbe stata possibile solo in un ambiente molto ricco di risorse naturali e senza altri insediamenti. Altrimenti, se non ci fossero state sufficienti risorse, avrebbero finito per lottare tra di loro, se ci fosse stata abbondanza prima o poi sarebbero arrivati altri gruppi con l’intenzione di appropriarsene ed avrebbero dovuto lottare per difendere il proprio territorio e le proprie risorse. In ogni caso si vengono a stabilire, a seguito di lotte reali o potenziali, nuovi rapporti di forza in cui c’è chi gode maggiormente delle risorse offerte dalla natura e dal lavoro umano e chi deve accontentarsi di meno. Quindi che ci sia il singolo più forte, o il gruppo più forte che prevarica l’altro, sembra proprio inevitabile che ci siano disparità. Nelle prime civiltà di cui abbiamo notizie abbiamo già situazioni di stratificazioni sociali, con alcuni che hanno privilegi e maggiore accesso alle risorse. Probabilmente quelle piccole differenze, che avevamo ipotizzato come esperimento mentale, si sono accentuate insieme alla crescente complessità delle civiltà. Quindi, in epoche e regioni diverse, assistiamo ad un evidente accentrarsi del potere, per cui chi si trova in una posizione di forza, riesce ad aumentarlo ulteriormente. Anche le prime regolamentazioni erano asimmetriche, servivano proprio a chi aveva potere per mantenerlo e accentuarlo. C'era chi aveva doveri e chi diritti. Era come se, più o meno esplicitamente, si dicesse: noi potremmo schiacciarvi facilmente in ogni momento, se volete vivere (o sopravvivere) accettate questa situazione.
Successivamente con la democrazia greca, con il diritto romano, le regole hanno cercato di rifarsi a principi di giustizia generali, ideali. La tendenza generale, almeno negli ultimi secoli e al di là di oscillazioni temporanee, è stata quella di fare regole, nate come concessione dall'alto, ma rifacentesi ad un senso sempre più maturo di giustizia, magari partendo da precetti religiosi. Gradualmente maturò una sorta di contratto tra chi detiene il potere e chi è governato.
Ma è solo con le rivoluzioni che le costituzioni, le leggi si pongono come obbiettivo anche quello distribuire in maniera equa il potere, di contrastare concentrazioni di potere, che si persegue veramente l'uguaglianza tra i cittadini.
Non vorrei addentrarmi sul lato giuridico e storico ma solo provare ad immaginare la storia umana, come una lotta tra l’accentramento del potere e le regole per limitarlo. Magari non è stato sempre così, ma, in teoria lo è oggi. La regola aurea che ‘la legge è uguale per tutti’ stabilisce, intuitivamente, proprio che non ci sono più nobili, reali, persone che sono sopra le regole, ma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Questo principio sembra proprio uno spartiacque tra un epoca in cui le regole erano impartite dall'alto, da chi imponeva le sue regole ad i suoi sudditi ad una in cui siamo tutti cittadini uguali davanti alla legge. Alcuni, per un certo periodo, sono delegati a fare nuove regole, a migliorare quelle che ci sono, a organizzare la società nel modo migliore per tutti, ma non sono diversi dagli altri. Alcuni hanno più mezzi finanziari, ciò gli permette di avere un impatto maggiore sulla società e in definitiva, proprio per questo, anche di incrementare ulteriormente questa superiorità economica con più facilità, ma non hanno più diritti.
Quindi siamo tutti soggetti alle stesse regole, ma queste regole hanno un impatto diverso su ognuno di noi in base al ruolo che ricopriamo, in base al potere che abbiamo. Più si ha potere e più queste regole ci toccano poco, perché abbiamo più mezzi per sottrarci ad esse, ma anche per far si che mutino nella direzione che ci fa più comodo.
Se chi possiede il potere economico riesce a piazzare delle regole che, invece di limitare, accentuano la propria posizione, il potere legislativo sta venendo meno alla propria funzione, ma questo sta avvenendo in molte delle società occidentali, in maniera più o meno evidente. Se coloro che hanno più potere si accordano tra loro per rafforzare le loro posizioni, eliminando eventuali limiti alla loro azione e ponendoli invece a chi potrebbe contrastarli, gradualmente si sta togliendo anima e senso alla democrazia, pur mantenendone l'aspetto esteriore. Il potere legislativo è controllato, in democrazia, dal potere del popolo esercitato con il voto, ma se le masse non sono messe correttamente al corrente di leggi fatte per andare contro di loro, questo potere non può essere esercitato liberamente. Quindi è indispensabile che ci sia un’informazione libera di informare liberamente, ma libera anche da condizionamenti economici, che, altrimenti, potrebbe essere interessata a non far conoscere alcune cose, o a farle conoscere in maniera deformata. Ecco allora che le concentrazioni di potere sono di una gravità enorme, scardinano la democrazie dal di dentro senza che si abbia la piena consapevolezza di ciò.
In Italia questo processo sembra aver preso una strada senza via di uscita, in cui chi ha il potere economico e politico (che già non dovrebbero coincidere nella stessa persona per quello che abbiamo detto), ha anche il controllo della maggior parte dei mezzi di informazione per cui le masse, sono sistematicamente informate in maniera da orientare le loro posizioni nel modo che fa più comodo a chi detiene il potere. Così la maggior parte delle persone ha una percezione molto limitata delle cause del disagio che prova quotidianamente, chi dovrebbe migliorare le proprie condizioni (o almeno non peggiorarle) è percepito come benefattore, paladino del bene comune, non viene proprio preso in considerazione che proprio lui può essere l'origine del peggioramento. La sistematica creazione di una sottocultura nutrita dalle televisioni ha creato e mantenuto una moltitudine di incapaci di critica, pronti a credere a tutto quello che gli dice la TV, la loro realtà è quella, non quella con cui fanno i conti quando escono. Non possono criticare, coloro che vengono loro proposti come eroi. La causa di tutto quello che non funziona, viene cercata all'esterno, a partire da chi cerca di contrastare il potere che li sta manipolando, inoltre sono nemici tutti coloro che più facilmente possono essere individuati come altri e che di volta in volta vengono additati dalle campagne orchestrate da chi detiene tutti i poteri.
Nel secolo scorso i dittatori hanno preso il potere con la forza delle armi, oggi lo prendono con la forza dell'informazione.
In ogni caso abbiamo un potere che dall'essere uno dei poteri, diventa il predominante, si libera (di colpo o gradualmente) degli altri e diventa assoluto (appunto sciolto, libero).
Ovviamente più un potere diventa grande e più sarà difficile contrastarlo, per questo credo che vada sempre perseguita la distribuzione del potere il più possibile e creati meccanismi che riescano a fermare le concentrazioni prima che esse diventino importanti. Il problema è come fare, trovare il modo migliore per raggiungere questo risultato, ma non credo che possano esserci dubbi sul fatto che vada ripreso il cammino della storia in questa direzione.

25 commenti:

  1. Macciao Fratellino! oh ti sei deciso COVARE un nuovo post??
    MA ERA ORA PIGRACCIO...
    Tu mi dici che stiamo passando dalla democrazia alla oligarchia...già e da tempo, e l'Europa va anch'essa in quella direzione, solo che negli altri paesi europei i principi fondamentali da essa individuati sono più forti nella società civile, da noi meno, ci accontentiamo delle traduzioni in italiano, e di solito un pessimo italiano (dalla legge sulla concorrenza alla privatizzazione è un esempio).
    In realtà è il governo energetico fossile che prevede l'accorpamento in poche ricchissime mani, ma è un governo che dovrà cambiare fonte energetica (nucleare?), che dovrà dominare magari occupando in modo totalitaristico l'uso di risorse fondamentali quali l'acqua (sai bene anche tu).
    Noi possiamo e potremmo combatterlo con fonti energetiche alternative, ma, o le affossano, o cercano di riportarle nel modello accentratorio (Obama).
    Ti suggerisco di leggere il nuovo libro di Daniele Luttazzi "LA GUERRA CIVILE FREDDA". Oltre che spassoso come sa essere Daniele c'è molto, ma veramente molto, su cui pensare sul tema del potere economico dispari tra pari (nel senso che comanda solo lui, come si evince dai piani regolatori for example...).
    Per ingolosirti ti dico che Daniele motiva la fiducia al 70% degli italiani a Berlusconi con la metafora del SESSO ANALE...ti giuro da crepare dal ridere e ti si apre una sinapsi...poi è spettacolare la spiegazione teorica delle suggestioni emotive, quelle con cui stanno governando i nostri cervelli. Altra sinaspi aperta, rimane fuori quella di "furbi" quali Bersani.

    RispondiElimina
  2. Cara sorellina, è vero, chiamiamo le cose col loro nome: oligarchia! In verità il mio discorso voleva rendere chiaro, solo con il ragionamento, con gli elementi esposti, senza dovere fare riferimento ad una cultura preesistente, come fosse dannoso per i cittadini, l'accentrarsi del potere in poche mani. In effetti è la strada che ho seguito finora nei vari post, immagino di rivolgermi a persone che non vedono chiaramente già da sé (come invece fate già te e tutti gli avaxisti) queste cose e quindi ragiono come se partissimo da zero (ed a volte non è un 'come se' ;-) ). Mi piacerebbe che leggessero questi post, anche loro, nella speranza di aprire qualche occhio. Poi ovviamente mi fa immensamente piacere che li legga tu ed altre persone che la pensano come me, che hanno uno sguardo simile sulla realtà, obbiettivi con lo stesso focale diciamo ;-) .

    Se devo dirla tutta (anche per creare, per una volta, un minimo di disaccordo :-) ), a volte penso che non sarebbe neanche male un governo oligarchico, se questa oligarchia fosse fatta di esperti, dalle massime menti dello stato, che si occupino ognuno delle cose che conosce meglio e che cerchino di fare il bene della collettività, anche facendo scelte talmente lungimiranti che, in alcuni casi, trovino in disaccordo il popolo stesso. Ma sarebbe troppo a rischio di degenerazioni, come affidarsi così ciecamente ad un gruppo di persone? Magari partirebbero con i migliori propositi (e qui già c'è un minimo da ottimismo, ma neanche tanto in fondo), ma poi questo si manterrebbe? Siamo sicuri che non finirebbero per fare i loro interessi, o quelli di qualcuno loro vicino? Oppure che semplicemente non sbaglino ad interpretare il bene comune? Il rischio è troppo forte. Certo rispetto a quello che abbiamo ora sarebbe comunque un passo avanti, qui abbiamo persone che si occupano di cose di cui non sono competenti ed evitano accuratamente di ascoltare la voce di chi invece ne sa; curano solo i propri interessi e quelli di chi gli sta dietro e non si pongono neanche per errore l'obiettivo di perseguire il bene comune.
    A volte ho pensato anche di proporre, al contrario, una provocazione: che i parlamentari non siano eletti, ma estratti a sorte. Sono quasi un migliaio, quindi corrispondono numericamente al tipico campione dei sondaggi, potrebbero, al limite, essere estratti utilizzando proprio criteri statistici in maniera da rappresentare la popolazione italiana. In questa maniera rappresenterebbero realmente la nazione, più di quanto non facciano i politica attuali, ci sarebbero persone di tutti i ceti, livelli di istruzione, regioni d'Italia, età, orientamento politico. Ci sarebbero sicuramente meno condannati, meno esponenti delle mafie, come livello di competenze ed istruzione è probabile che ci sarebbe un miglioramento, ma soprattutto non sarebbero alimentate le clientele, quelle persone non dovrebbero rendere conto ad un gruppo di sostenitori che poi vada a chiedere il conto, ma a tutta la popolazione, come è giusto che sia. Potrebbero essere, magari, inizialmente, anche il doppio e poi annualmente se ne toglierebbe una parte, quelli che non sono piaciuti, vengono 'nominati' ed eliminati a voto popolare, verrebbe fuori una sorta di 'Grande Parlamento' seguitissimo in televisione e alla fine della legislazione se ne manterrebbe un piccolo gruppo, che si è mostrato particolarmente gradito. Così alle elezioni (pardon estrazioni) successive un centinaio sarebbero già presenti (e con la loro esperienza potrebbero aiutare i nuovi, ma non potrebbero rimanere oltre, massimo due legislature), gli altri sarebbero estratti con il solito sistema. Il campione potrebbe essere scelto anche in maniera da non rappresentare in maniera perfetta la popolazione italiana, ma escludendo condannati e con una piccola distorsione verso un livello di istruzione superiore (che so metà campione rappresentativo totale, un quarto idem ma con almeno il diploma ed un quarto lo stesso, ma laureati).

    Riguardo a Luttazzi, sfondi una porta aperta, l'avevo già ordinato ;-)

    RispondiElimina
  3. Sogni tanto, mi piace.
    Purtroppo è difficile la tua strada, ma almeno serve a far capire, in metafora, che l'attuale Parlamento non ci rappresenta. Per esempio la percentuale di condannati è altissima rispetto alla percentuale di condannati nella popolazione italiana, come appunto scrivi tu.
    Io faccio parte di quelli che sanno, che è ampiamente ammesso che sanno, ma altrettanto ammesso che non hanno raccomandazioni. E quindi fuori da tutto, per sempre, senza possibilità, e anche inascoltati, salvo accorrere da gente come noi in caso di difficoltà (per poi assumersi tutti i meriti ed eventualmente scansarsi in caso di errori (fattibili se fai tutto da solo e senza aiuti e senza informazioni).
    Devo dire che la parentela virtuale si sta affinando, anche tu per Luttazzi ;;)))

    RispondiElimina
  4. Gli stati sono diventati, ormai, istituzioni private rette da individui con enormi conflitti di interesse in ogni settore che riguarda la gestione della cosa pubblica e con l'allegra tendenza ad infiltrarsi a dettar legge anche nella sfera privata di ognuno di noi. Laddove non è palese o confermata questa caratteristica, esiste il potere del denaro per assoggettare oppure troneggia una spudorata inadeguatezza.
    Alla giustizia è già stato fatto da tempo il funerale trincerandosi dietro motti come:" troppo grande per fallire" o " abbiamo il consenso "( loro sono sempre tanti passi avanti a noi :( )
    La rappresentatività dei governi è una barzelletta delle più ciniche visto che il loro sport preferito è sempre e comunque la cooptazione.
    Se all'insalata si aggiunge ignoranza e subcultura alimentata dai media, si ottiene un ottima pietanza-per loro-.

    Sempre lieta di leggerti, caro Obbie, salutoni a tutti!

    RispondiElimina
  5. prendi una persona, singola!
    la chiudi in una stanza, da sala.
    nella stanza c'è uno specchio.

    dopo un pò vedrai la persona sputarsi da solo sullo specchio, perchè il litigare è insito nell'uomo!

    in particolar modo di questi tempi, dove il tutto lo vogliono tutti, a tutti i costi, i media e la tv, con i programmi e le rubriche che sfornano per i teleminchidipendenti, fomentano la competizione, per far sì che il popolino si combatta da solo, lasciando comunque i ricchi e le caste a godere dei loro "furti".

    basterebbe eliminare la TV per un anno, e la cattiveria umana sparirebbe, le disparità sparirebbero, le guerre finissero e i ricchi si "ridimensionassero".

    ma quando tu accendi la tv e ti trovi gente che piange o grida dalla mattina alla sera, intervallate da spot che ti propongono crociere od auto superlusso, cosa pretendi, che dall'animo umano esca umanità?

    RispondiElimina
  6. Ciao!
    Allora lo sapete che c'è gente DISPERATA che pensa di non poter più guardare la tivù e ha comprato 7/8 decoder digitali...ODDIO costretti a parlarsi, ad ascoltarsi, oppure ERRORE MAXIMO DA CONTENERE DA PARTE DI CHI CI COMANDA ....addirittura Qualcuno potrebbe aprire un libro...
    Fahrenheit 451 VE LO RICORDATE?

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Grazie Obbie! mi hai dato lo spunto per esprimere una mia opinione anche sul mio blog. Ma è a Daniela che devo l'idea del titolo del post. Grazie amici. Cito da Wikipedia:
    “La cooptazione è un metodo per la scelta dei nuovi membri di un organo collegiale, consistente nella loro elezione da parte dell'organo stesso (o di un collegio ristretto costituito al suo interno). La cooptazione rientra tra i metodi non democratici..."
    Tutto ciò che dici nel tu post è ineccepibile.
    Bisogna solo diffondere questo verbo il più possibile.
    Ciao_
    Roby

    RispondiElimina
  9. @Daniela, non so cosa sia accaduto, ma è sparito il mio commento di risposta al tuo primo (a cui poi rispondi a tua volta), non so se possibile reiserirlo nel posto giusto, ma non trovo il modo e quindi lo rimetto quì:

    RispondiElimina
  10. Cara sorellina, è vero, chiamiamo le cose col loro nome: oligarchia! In verità il mio discorso voleva rendere chiaro, solo con il ragionamento, con gli elementi esposti, senza dovere fare riferimento ad una cultura preesistente, come fosse dannoso per i cittadini, l'accentrarsi del potere in poche mani. In effetti è la strada che ho seguito finora nei vari post, immagino di rivolgermi a persone che non vedono chiaramente già da sé (come invece fate già te e tutti gli avaxisti) queste cose e quindi ragiono come se partissimo da zero (ed a volte non è un 'come se' ;-) ). Mi piacerebbe che leggessero questi post, anche loro, nella speranza di aprire qualche occhio. Poi ovviamente mi fa immensamente piacere che li legga tu ed altre persone che la pensano come me, che hanno uno sguardo simile sulla realtà, obbiettivi con lo stesso focale diciamo ;-) .

    Se devo dirla tutta (anche per creare, per una volta, un minimo di disaccordo :-) ), a volte penso che non sarebbe neanche male un governo oligarchico, se questa oligarchia fosse fatta di esperti, dalle massime menti dello stato, che si occupino ognuno delle cose che conosce meglio e che cerchino di fare il bene della collettività, anche facendo scelte talmente lungimiranti che, in alcuni casi, trovino in disaccordo il popolo stesso. Ma sarebbe troppo a rischio di degenerazioni, come affidarsi così ciecamente ad un gruppo di persone? Magari partirebbero con i migliori propositi (e qui già c'è un minimo da ottimismo, ma neanche tanto in fondo), ma poi questo si manterrebbe? Siamo sicuri che non finirebbero per fare i loro interessi, o quelli di qualcuno loro vicino? Oppure che semplicemente non sbaglino ad interpretare il bene comune? Il rischio è troppo forte. Certo rispetto a quello che abbiamo ora sarebbe comunque un passo avanti, qui abbiamo persone che si occupano di cose di cui non sono competenti ed evitano accuratamente di ascoltare la voce di chi invece ne sa; curano solo i propri interessi e quelli di chi gli sta dietro e non si pongono neanche per errore l'obiettivo di perseguire il bene comune.

    RispondiElimina
  11. A volte ho pensato anche di proporre, al contrario, una provocazione: che i parlamentari non siano eletti, ma estratti a sorte. Sono quasi un migliaio, quindi corrispondono numericamente al tipico campione dei sondaggi, potrebbero, al limite, essere estratti utilizzando proprio criteri statistici in maniera da rappresentare la popolazione italiana. In questa maniera rappresenterebbero realmente la nazione, più di quanto non facciano i politica attuali, ci sarebbero persone di tutti i ceti, livelli di istruzione, regioni d'Italia, età, orientamento politico. Ci sarebbero sicuramente meno condannati, meno esponenti delle mafie, come livello di competenze ed istruzione è probabile che ci sarebbe un miglioramento, ma soprattutto non sarebbero alimentate le clientele, quelle persone non dovrebbero rendere conto ad un gruppo di sostenitori che poi vada a chiedere il conto, ma a tutta la popolazione, come è giusto che sia. Potrebbero essere, magari, inizialmente, anche il doppio e poi annualmente se ne toglierebbe una parte, quelli che non sono piaciuti, vengono 'nominati' ed eliminati a voto popolare, verrebbe fuori una sorta di 'Grande Parlamento' seguitissimo in televisione e alla fine della legislazione se ne manterrebbe un piccolo gruppo, che si è mostrato particolarmente gradito. Così alle elezioni (pardon estrazioni) successive un centinaio sarebbero già presenti (e con la loro esperienza potrebbero aiutare i nuovi, ma non potrebbero rimanere oltre, massimo due legislature), gli altri sarebbero estratti con il solito sistema. Il campione potrebbe essere scelto anche in maniera da non rappresentare in maniera perfetta la popolazione italiana, ma escludendo condannati e con una piccola distorsione verso un livello di istruzione superiore (che so metà campione rappresentativo totale, un quarto idem ma con almeno il diploma ed un quarto lo stesso, ma laureati).

    Riguardo a Luttazzi, sfondi una porta aperta, l'avevo già ordinato ;-)

    RispondiElimina
  12. Rispondo ai nuovi commenti:
    @Alina
    Non so se in tutti gli stati moderni sia così, come dici tu, spero di no, ma nel nostro lo è sicuramente :-(
    Non so se hai visto la puntata di domenica di Report. Si mostrava proprio (nel loro modo preciso e documentato) come i meccanismi di rappresentanza popolare sono stati snaturati. Tra le altre cose si parlava anche della cooptazione (pur senza utilizzare questo termine), illustrando i vari modi in cui il parlamento sta perdendo la funzione (che gli sarebbe propria) di rappresentare la popolazione. Se gli eletti sono in realtà scelti dai partiti (dal vertice del partito, cioè da pochissime persone, in qualche caso magari da UNA persona) questi non devono più rendere conto agli elettori (che hanno potuto votare un partito non una persona), ma a chi li ha messi in lista tra i primi nomi in maniera che fossero eletti. Insomma sono scelti, da pochi ed il loro agire parlamentare è legato a ciò, devono filare dritti, obbedire a quello che gli viene chiesto, votare come gli viene chiesto, insomma alla fine decide solo chi ha scelto i parlamentari. Era interessante il confronto con altri stati in cui invece c'è lo sforzo di individuare e correggere queste storture (invece di accentuarle ad arte). In Francia per esempio hanno appena aumentato i poteri dell'opposizione facendo si che possa decidere il calendario dei lavori parlamentari. Il confronto a quello che accade da noi è stridente. In Italia, al contrario, si decide frequentemente di non dibattere su alcune leggi e le proposte dell'opposizione non sono mai (o quasi) prese in considerazione, messe all'ordine del giorno. Aggiungiamo poi che questa opposizione non sembra opporsi molto (a parte qualcuno), il fatto che essa stessa sia frutto di cooptazione, il ricorso all'uso sistematico della fiducia (altrove non è previsto o è ridottissimo il ricorso alla fiducia, in Germania nell'ultima legislatura non è stata mai utilizzata e nella precedente solo una volta) nonostante la maggioranza abbia i numeri per non averne bisogno, poi il fatto che persone indagate non si dimettono, ma anzi modificano le leggi a proprio favore e nel confronto sembriamo proprio la repubblica delle banane.
    Non siamo più in democrazia è proprio evidente!
    Ne abbiamo mantenuto solo l'aspetto esteriore.
    ...per ora.

    RispondiElimina
  13. Buongiorno Obbie, buongiorno ragazze/i
    vi tengo d'occhio (-_*) :))))
    In linea con quanto hai coraggiosamene scritto, propongo, se mi è consentito, questo articolo che potrebbe portare spunti per un'ulteriore riflessione:

    DEMOCRAZIE SENZA DEMOCRAZIA
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=756

    e ne sottolineo una parte:
    "Le cosiddette democrazie occidentali sono ostaggio di enti privati anonimi, che possono anche finanziarsi con mezzi illeciti, ma che con operazioni sui mercati esprimono il loro gradimento o mancato gradimento di una qualsiasi scelta politica, condizionandone l'accoglimento o addirittura l'efficacia.

    Si deve ripensare il concetto di democrazia a partire dai suoi elementi di base, cioè patto di convivenza pacifico tra uguali. Se per sottrarsi al potere delle multinazionali è necessario riallocare la democrazia all’interno dello stato nazione, questa strada va percorsa, senza timori generati da un internazionalismo che ha perso del tutto il significato originario ed è privo di un nuovo significato positivo: colui che oggi è internazionalista, salvo che intenda l’internazionalismo come alleanza tra popoli che intendono decidere autonomamente sulla loro terra, è filo capitalista, favorevole alla formazione di eserciti di lavoratori di riserva e sostenitore della plutocrazia, anche se non ha l’intelligenza per esserne consapevole."

    Grazie a tutti e ciao ciao.

    RispondiElimina
  14. Grazie Alina per la segnalazione.
    mi pare veramente un'ottima analisi! Ho qualche perplessità sulla parte finale, almeno spero che si sbaglino, nutro ancora qualche speranza su Obama, aspettiamo prima di giudicare, comunque c'è già di nuovo che non nasce come espressione di lobbies, i suoi finanziatori sono persone comuni e questo lo rende più libero di muoversi rispetto ai suoi predecessori, si è almeno spezzato quel meccanismo perverso. Certo non è altrettanto libero il congresso e questo gli renderà difficile qualsiasi riforma, ma è una speranza che ancora voglio continuare a nutrire, soprattutto perché potrebbe essere un esempio anche altrove. L'esempio che i meccanismi della democrazia possono ancora essere sfruttati positivamente. Concordo con il fatto che debba imparare dall'Europa, ma mi pare che sia quello che si propone di fare, per quanto gli sarà permesso almeno.
    Riguardo alla parte che sottolinei e che più volte abbiamo ribadito, non vi suggerisce una cosa? Quella stessa pressione non potremmo farla anche noi? Non più verso lo stato, quindi, ma contro chi lo controlla, le multinazionali stesse. Non dimentichiamo che alla fine è su di noi che si reggono. Certo ci vuole cooordinazione ed unità di intenti, ma mi pare una strada percorribile in prospettiva.

    RispondiElimina
  15. Alina ci tiene d'occhio...attenti!
    @Roby: credo che la tua ispiratrice del post sul tuo blog sia Alina e non io!!
    @Obbie. Capisco che tu abbia stima in Obama, ma farei grande grande attenzione. Sulle rinnovabili per esempio lui ripropone il MODELLO OLIGARCHICO del fossile. Grandi impianti o gestione centralizzata, ovvero necessità di strutture ricchissime e potentissime per gestirle. IL SOLE e l'idrogeno sono di tutti e dappertutto...il petrolio e il carbone necessitavano di grossi investimenti per scavarli e trasportarli e trasformarli e venderli.
    Spero di sbagliarmi.

    RispondiElimina
  16. A PROPOSITO DI OBAMA (e della Cina)
    USA E CINA CONTRO COPENHAGEN. INONDIAMOLI DI MAIL!

    LETTERA DI GREENPEACE AI CYBERATTIVISTI

    Cari cyberattivisti,
    i presidenti del Governo americano e cinese - Barack Obama e Hu Jintao - hanno recentemente affermato di voler ridurre il vertice di Copenaghen a un mero accordo politico senza impegni concreti. Perciò, insieme a Legambiente e Wwf, abbiamo invitato tutti cittadini a mobilitarsi contro questo accordo al ribasso sul clima per ridurre la portata delle decisioni da prendere nel prossimo vertice sul Clima. Vogliamo che Obama e Jintao cambino idea!

    Il summit deve rimanere la sede di un accordo concreto sul clima, con la sottoscrizione di obiettivi quantificati e di impegni finanziari precisi. Questa occasione non può essere rimandata a data da definire, perché l’innalzamento della temperatura del pianeta ha già raggiunto il livello di guardia e molti Paesi già ne patiscono pesantemente le conseguenze.

    Inondiamo di e-mail le sedi delle rappresentanze statunitensi e cinesi, scriviamogli su facebook, facciamogli capire che ai cittadini l’accordo “politico” Usa-Cina non piace perché rimanderà ancora gli impegni concreti. Occorre, invece, che venga raggiunto un accordo “vincolante” su tutte le parti del nuovo trattato salva-clima che deve dare un futuro al Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012.

    Ambasciata Usa a Roma: uscitizensrome@state.gov
    Ambasciata cinese a Roma: chinaemb_it@mfa.gov.cn
    Facebook ufficiale Casa Bianca http://www.facebook.com/WhiteHouse

    ISCRIVETEVI A GREENPEACE.

    RispondiElimina
  17. @OBBIE....
    AAAhhh mi ero accorta che mancava qualcosa...io mi ricordavo la tua risposta, adesso l'hai ripostata.
    Sennò sembro una matta...;))

    RispondiElimina
  18. A volte vogliamo che le cose siano in un certo modo e questo distorce la nostra percezione. Probabile che sia così per me in questo momento. Certo se guardiamo quello che c'era prima sembra un rivoluzionario. Ma se guardiamo oggettivamente le sue mosse, diventa sempre più difficile giustificarlo, ne convengo.

    RispondiElimina
  19. Ciao,
    sono d'accordo con te che occorrono meccanismi adeguati in grado di ridurre la possibilità che si creino gruppi forti di potere che ostacolino il cammino delle moderne democrazie. Tuttavia, penso che la nostra Costituzione, pur essendo perfettibile come qualsiasi altra cosa elaborata dall'uomo, preveda già i meccanismi utili a controbilanciare i vari poteri dello Stato. Il punto fondamentale, ancora una volta, secondo me, e non mi stancherò mai di dirlo, è che bisogna fare in modo che i cittadini possano esprimere un voto diretto per i loro candidati preferiti. La stortura attuale sta proprio in questo aspetto: occorre allora battersi, in primo luogo, per riportare il vero potere di voto ai cittadini. In secondo luogo, bisogna ritornare a esprimere il proprio dissenso apertamente, manifestando pacificamente ma energicamente, e non dietro le quinte. Non ho l'esperienza e le competenze necessarie per fornire soluzioni, ma vorrei tanto dare credito e voto a quelle persone in grado di farlo.

    RispondiElimina
  20. Alina! Scusa!
    Ma ieri sera ero un po' cotto...
    Sei stata tu ad ispirare il mio post!
    Grazie a Daniela per avermelo messo all'attenzione! E comunque, Obbie, se avessi le capacità di scrittura che hai tu o Chris... Beh non so. Complimenti a tutti.
    Mi piacerebbe, come anche Obbie dice, che queste discussioni si allargassero anche oltre la cerchia nostra.
    Mi manca un po' l'AvaTG di Mandi...
    Leggo sempre volentieri tutti i vostri commenti.
    Mi scuso ancora con Alina e chiudo.
    Ciao_
    Roby

    RispondiElimina
  21. Eh già @Pietro, come sottolieano @Alina e @Roby Bulgaro più sopra, la cooptazione fa si che coloro che risiedono in parlamento non rappresentano più i cittadini, essi, purtroppo rappresentano solo chi ce li ha messi, cioè le segreterie di partito che poi consistono in poche persone e, in alcuni casi, una persona, con qualche, forse, debole suggeritore. Siamo ben lontani dunque da una vera democrazia. Ma la mia impressione è che neanche prima della famosa 'porcata' (come l'ha giustamente definita il suo illustre e raffinato estensore: Calderoli) ci fossimo. Concordo con te sul fatto che il voto diretto ai candidati sia la prima cosa da ripristinare oltre che sul valore della costituzione e sul fatto che in essa siano previsti adeguati meccanismi, ma nel tempo è stato tutto stravolto e non direi che sia stata mantenuta la sua sostanza. Se qualcuno può fare una campagna elettorale continua che raggiunge la quasi totalità degli elettori tramite la televisione, mentre gli altri possono farla solo nel periodo previsto dalle leggi e con tutte le giuste limitazioni previste da queste, già non partiamo da una situazione di equilibrio, ma anche se ignoriamo questo (e ce ne vuole!) abbiamo le pressioni che la criminalità riesce a fare sulla popolazione in alcuni territori garantendo l'elezione di alcune persone concordate tra politici e malavitosi. Poi abbiamo le pressioni che i potentati economici riescono ad esercitare sul parlamento (grazie anche alle persone da loro sponsorizzate direttamente grazie ai fondi che riescono a stanziare per le loro campagne elettorali). Abbiamo lo squilibrio di poteri che si sta creando ultimamente con l'esecutivo che ormai ha, di fatto, anche il potere legislativo, le leggi infatti sono quasi tutte proposte dal governo ed imposte senza possibilità di discussione tramite il ricorso sistematico alla fiducia, mentre la costituzione (come tu ben sai) prevede che sia il parlamento a proporle ed a discuterle; il potere della magistratura cui si sta attentando cercando di ostacolarne il lavoro in diversi modi con sottrazione di fondi, nuove regole che ne rallentano l'azione e cercano di sottoporla a quello dell'esecutivo, più dirette pressioni ed intimidazioni quando tocca politici; ruolo dell'opposizione ridotto (dato che in parlamento non si discutono più le leggi e che, con il premio di maggioranza, il suo potere di contrasto è minimo). Sicuramente dimentico molte altre cose.
    Concordo pienamente con te sulla necessità di manifestare pacificamente ma energicamente e per questo ci sarò il 5 dicembre come, spero, tutti voi.

    RispondiElimina
  22. Obama ha fatto un annuncio importante: «Taglio del CO2 del 42% entro 2030». E a Copenaghen presenterà il suo piano: riduzione delle emissioni di gas nocivi del 17% entro il 2020 e del 42% entro il 2030, rispetto al 2005. Secondo fonti della Casa Bianca, gli Usa puntano ad arrivare all'83% in meno di emissioni entro il 2050. Le proposte che il presidente intende portare a Copenaghen il 9 dicembre, ricalcano in sostanza quelle del Camera dei Rappresentanti, che l'estate scorsa aveva approvato un progetto di legge in proposito.
    Traggo queste info dal Corsera e mi domando come farà a farle diventare PRESCRITTIVE. E come riuscirà a coinvolgere la Cina che sarà presente con il suo massimo rappresentante.
    IO CI SPERO. IL PERMAFROST SI STA SCIOGLIENDO...
    Ma poi ho visto che tra le dichiarazioni APODITTICHE (in senso Kantiano) e ciò che viene scritto e prescritto c'è sempre una diversità enorme.
    Tutti gli uomini sono uguali è apodittico, ma la realtà è diversa.

    RispondiElimina
  23. Intanto sono contento che Obama non abbia rinnegato quello che diceva prima di diventare presidente. Posso continuare a sperare. Mi auguro che si trovi il modo di legiferare in tal senso con sanzioni o tasse sull'inquinamento atmostferico, che portino ad abbassare le emissioni, perché a quel punto diventa conveniente. In realtà credo che questo dovrebbe diventare un principio generale per tutto quello che le aziende prelevano e sopratutto degradano nell'ambiente naturale. Il pianeta è di tutti e non solo delle multinazionali che si stanno appropriando delle sue risorse e rilasciando nell'ambiente sostanze nocive. Se queste cose iniziassero a costare sotto forma di tasse pesanti e progressivamente sempre più pesanti con il passare degli anni semplicemente le aziende pagherebbero quello che ora 'esternalizzano', si metterebbe fine ad una delle più grandi ingiustizie dell'era attuale. Sogno? Sono apodittico? :D Si, probabilmente il mio procedere lo è, ma credo che dovrebbe diventare il nostro modo normale di procedere: andare verso quello che il nostro intelletto ci suggerisce come giusto. Poi realizzarlo è un'altro discorso, ma almeno porselo come obbiettivo, a forza di accettare obbiettivi minori si finisce per considerare conquiste delle sconfitte sonore.

    RispondiElimina
  24. Avete avuto notizia di questo?
    Climate Gate:

    http://www.meteogiornale.it/notizia/16675-1-climate-gate-allhadley-centre
    E' importante....credo.
    Scappo.
    Ciao ciao.

    RispondiElimina
  25. Non abbiamo elementi per capire se sia tutto vero quello che è stato diffuso, magari alcune cose lo son,o altre sono state manipolate ad arte, comunque che il riscaldamento globale ci sia mi pare un dato incotrovertibile: il ritiro progressivo dei ghiacciai (visibile anche banalmente confrontando cartoline di anni diversi); il ritiro della calotta artica (ora i sommergibili nucleari passano dove prima non potevano; il ritiro del permafrost. Insomma anche se non volessimo ascoltare gli scenziati anche da soli lo vediamo. Non sappiamo se questo sia causato dall'uomo? Il dubbio è su questo? Mi pare tanto un'operazione di disinformazione in vista di Copenaghen... Ci sono molti altri centri oltre a questo e tutti vanno in una direzione, i pochi studi che mettono in dubbio l'origine antropica del suriscaldamento terrestre sono a forte dubbio di finanziamento da parte di multinazionali, invece la gran parte degli scenziati che interesse avrebbe a portare avanti la tesi che all'origine ci sia l'inquinamento atmosferico?

    RispondiElimina