lunedì 25 aprile 2011

La giusta dose di sano disprezzo


Qualche giorno fa ho visto un bel manifesto della CGIL che ricordava come chi non paga le tasse, a tutti gli effetti, sta scroccando i servizi e tutto ciò che è fornito dalla comunità.
Stanno scroccando a noi che le paghiamo!
In un gruppo in genere i comportamenti sono regolati anche tramite l'approvazione e la riprovazione sociale. In altre parole, se si percepisce che un certo comportamento non è approvato si tende a non attuarlo, ci si vergogna. Ora la maggior parte dei cittadini, in quanto dipendenti o pensionati pagano le tasse. Anche molti che non rientrano in queste categorie le pagano. Dunque gli evasori per quanto molti, troppi, sono comunque una minoranza. 
Una minoranza che guadagna di più e che paga di meno (e spesso non paga affatto)! 
Sicuramente vengono attaccati in molti proclami pubblici, ma, sotto sotto, si sentono furbi, sono considerati furbi, molte persone che le pagano pensano che anche loro, se potessero, non le pagherebbero. Insomma c'è qualcosa che non torna, una minoranza che dovrebbe subire l'influenza della riprovazione sociale della maggioranza, sta invece imponendo la propria etica (o meglio non-etica), avendo l'appoggio della maggioranza politica (che a parole dice di voler contrastare gli evasori, ma in realtà gli fa l'occhietto con varie leggi - quali i vari condoni, con il gran finale di quella sul rientro dei capitali - e con dichiarazioni giustificative) finisce per sentirsi anche nel giusto!
Ci sono poi coloro che non rispettano le regole... per principio! La casta prima di tutto, ma anche tanti che vi ruotano intorno e che sanno di poter godere di impunità in molti comportamenti. Coloro che si ritrovano in posti di comando immeritatamente, ma che sanno che, grazie a quelle stesse conoscenze che li hanno portati in quella posizione, possono stare tranquilli, possono sfruttare il lavoro di chi sa fare ed appropiarsene. Ci sono coloro che, sempre grazie alle 'conoscenze', possono ottenere di scalare graduatorie, evitare liste di attesa, ottenere favori vari. E ci sono coloro che compiono ogni giorno centinaia di piccolole scorrettezze come parcheggiare nei posti riservati ai portatori d'handicap, salire sul marciapiede con il SUV impedendo il passaggio dei pedoni, non rispettare le file e mille altre cose che ci fanno indignare.
In gran parte tutti questi 'furbi' saranno gli stessi che scroccano i servizi e che dicevamo all'inzio. Ma tutti costoro, invece di sentire il peso della riprovazione sociale, si sentono furbi, si sentono tra coloro che guidano i giochi, perché, in fondo, chi dovrebbe reprimere questi comportamenti, far rispettare le regole, li tollera, è dalla loro parte.
Insomma ci hanno scippato anche questo strumento potentissimo, quello di far sentire in difetto chi lo è, hanno imposto la loro anti-etica ed invece di vergognarsi dei loro comportamenti sembrano vantarsene.

Credo che dovremmo riappropriarci al più presto di questo strumento, far sentire il peso della nostra riprovazione, nella giusta quantità. Non tanta da considerarli così distanti da non voler neanche comunicare con loro e non troppo poca da sembrare un buffetto, quasi l'ennesimo segnale di approvazione. Dobbiamo farla sentire sempre, in ogni occasione e non sentirci dei poveri fissati con le regole o illusi, non sentirci a nostra volta erroneamente, una minoranza, ma riuscire coinvolgere anche gli altri, la maggioranza che ci sta intorno e che è, deve essere, dalla nostra stessa parte.

È questione di massa critica, arrivati ad un certo punto diventa normale questo comportamento, diventa consueto che la maggioranza faccia sentire questa giusta giusta dose di riprovazione, scatta il senso di vergogna in chi è in difetto. Dobbiamo fare come una palla di neve che inizia a scendere e diventa sempre più grande attaccandosene altra.

Può sembrare un'illusione, ma provate pensare a quelle persone che, magari in Svizzera non si sognerebbero mai di buttare una cartaccia in terra e che invece in Italia lo fanno normalmente; a coloro che da noi cercano di passare avanti nelle file ed invece in altri paesi si incolonnano disciplinatamente. Sono piccole cose, ma aiutano a capire il meccanismo.

Ora stiamo accettando la LORO scala di valori, invece dobbiamo ristabilire il senso delle cose, dare peso all'etica.

Intanto mi pare un'ottima cosa questa di deridere (in attesa che si individuino e si facciano pagare) gli evasori e credo che sia interessante osservare chi invece si dissocia, chi non è d'accordo a considerali scrocconi, chi addirittura li giustifica.




Questo post era già stato pubblicato e commentato il 09/02/2010 su Blog Drome

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