venerdì 22 aprile 2011

Non diamo in appalto la nostra anima


In quella parte dell'animo umano più profonda, lì dove finisce il razionale, il conosciuto ed inizia ciò che ancora non si riesce ad afferrare e che forse non è conoscibile, in questo terreno dove è difficile entrare, quasi negato da alcuni, ma capace di guidare la persona verso comportamenti che vanno assolutamente al di là di quello che è determinato dai geni, dalla sua natura animale, dalla sua stessa sopravvivenza, possono insinuarsi impostori e portare le persone dove non dovrebbero.

La spiritualità è certamente insita nell'uomo, non credo che sia una costruzione culturale, c'è un bisogno profondo di andare oltre il conosciuto, di dare un senso a ciò che sembra sfuggire alla ragione. Forse è semplicemente quella parte di confine tra il conosciuto e lo sconosciuto che riusciamo ad affrontare solo con l'intuito, riservandoci però la possibilità di portarla alla luce con la ragione, non appena saremmo in grado di farlo. Invece se si cristallizza, se diventa scritto, se addirittura diventa una struttura solida, potente, non è più in grado di svolgere questa funzione e finisce per essere un freno a questo processo (che invece ha bisogno di fluidità). Se quelle intuizioni di qualcosa oltre ciò che già conosciamo, pretendono di diventare non più discutibili, assolutamente immobili, smettono di essere uno strumento verso l'elevazione e la conoscenza e finiscono per diventare uno strumento potentissimo in mano a chi cinicamente lo sfrutta per i propri interessi.

Credo dunque che sia indispensabile distinguere tra la spiritualità e le religioni istituzionalizzate, da una parte infatti abbiamo una spinta verso una forma particolare di conoscenza, di rapporto con l'esistente e con gli altri, dall'altra la cristallizzazione di alcune particolari intuizioni legate ad un momento storico, ad una comunità, a tradizioni ben precise che poi sono proposte anche al di fuori di questo contesto. La mia sensazione è che la spiritualità tenda ad unire, a favorire il superamento di ciò che ancora non ha trovato un suo ordinamento definitivo, mentre le religioni istituzionalizzate tendano a dividere, perché ognuna si sente depositaria della verità assoluta ed in quanto assoluta non tollera che ci siano altre verità. Ovviamente nella realtà le cose non sono mai così nette come quando si tenta di descriverle, all'interno delle istituzioni religiose ci sono persone mosse da un autentico sentimento spirituale e al di fuori ci sono anche persone che si sentono mosse da intuizioni mistiche, ma che stanno solo raggirando se stesse e chi li segue.

Così mi sento in sintonia con le motivazioni di chi si pone contro le religioni, perché in loro nome si sono combattute guerre (ma poi, a ben vedere, esse erano solo la copertura di motivazioni diverse, principalmente economiche, però faceva comodo ammantarle in questa maniera per ottenere il consenso delle masse); con chi si pone contro di esse in quanto freno alla conoscenza, credo infatti che se le sue tematiche vengono realmente approfondite da una ricerca sincera possono essere al contrario uno sprone alla conoscenza e probabilmente lo sono state in molte occasioni, ma effettivamente se sono ferme nei loro 'dogmi', se ci sono affermazioni, presunte verità, che non possono essere messe in discussione e di cui si è persa l'origine, sono effettivamente un freno; e mi sento in sintonia con chi teme che vengano utilizzate per far accettare cose che altrimenti non sarebbero accettate e le cui motivazioni reali non sono quelle religiose.
Effettivamente la religione è spesso stata utilizzata da chi deteneva il potere per evitare che venisse messo in discussione, per evitare che le popolazioni si ribellassero contro le ingiustizie sociali, la sua autorità è spesso stata utilizzata per convincere, quando non c'erano altri modi per farlo.

Ma mi sento anche in sintonia con chi vive un autentico sentimento religioso, con chi intuisce un ordine superiore a quelli che conosciamo con la razionalità, con chi cerca di migliorarsi, con chi ha trovato un nuovo modo di vivere più in armonia con ciò che lo circonda. Mi permetto solo di suggerire di mantenere sempre aperta anche la ragione e di non accettare supinamente imposizioni e precetti, di cui non si comprende il senso, solo per l'autorità di chi li raccomanda.






Questo post era già stato pubblicato e commentato il 31/12/2009 su Blog Drome






Il discorso è stato ripreso parlando più specificatamente della chiesa nella risposta ad un'altro post sempre su Blog Drome:


Considero la chiesa cattolica apostolica romana un'istituzione politica, uno stato molto potente che non ha carri armati e divisioni (per riprendere una famosa battuta), ma è potente grazie alla sua diplomazia, grazie alla sua capacità di influenzare grandi masse in molti stati. È nata sulla base di un insegnamento rivoluzionario, da una delle più alte vette raggiunte dall'animo umano, ma ha cristallizato e spento questi insegnamenti, finendo in molti casi per fare il contrario di quanto raccomandato da quegli insegnamenti.
Al suo interno ci sono persone di tutti i tipi, come in ogni società e dunque ci sono anche tante ottime persone, persone che dedicano tutta la loro vita agli altri, persone che hanno solo nobilissimi propositi ed altre che ce li hanno molto più materiali.
A volte ho pensato che in realtà il Vaticano sia un residuo dell'impero romano, da Costantino in poi esso si è trasformato e mantenuto sotto queste false spoglie, dunque ha utilizzato quegli insegnamenti per dare al popolo quello che chiedeva, per contentarlo quanto basta, ponendo paletti, celando e lentamente trasformando quanto poteva dar fastidio al suo potere.
Ma al di là di teorie forse un po' bislacche, quello che oggettivamente è oggi, quello che vediamo, al di là di valutazioni religiose, spirituali o morali, è un'organizzazione che, nelle sue più alte gerarchie, persegue potere e denaro come tante altre organizzazioni. Grazie alla sua influenza su milioni di 'fedeli', condiziona la politica del nostro paese ed appoggia i partiti in cui sono persone attigue a comitati di affari che si trovano anche al suo interno, scambia anche senza troppo nasconderlo il suo appoggio politico con vantaggi economici per la sua organizzazione e finisce, in alcuni casi, per proporsi obiettivi contrari al benessere degli individui, al fine di incrementare la sua influenza: proibizione del preservativo anche dove potrebbe salvare milioni di persone dall'AIDS; contrarietà all'aborto regolamentato finendo dunque per favorire quello illegale (da quando c'è la legge che lo regolamenta, con tutte le politiche che lo accompagnano sono diminuiti enormemente gli aborti, dunque la legge non era pro-aborto, regolamentare non significa favorire); viene vietato l'uso delle cellule staminali per la ricerca, togliendo la possibilità di trovare nuove cura a malattie gravissime, lasciando che quelle stesse cellule vengano invece distrutte e tanti altri esempi si potrebbero fare.
Riguardo agli scambi con la politica, senza andare molto indietro, mi viene in mente l'aiuto dato all'attuale governo (l'appoggio alle coalizioni destro-leghiste è stato decisivo in diverse occasioni, in particolare in Piemonte e Lazio), in cambio dei finanziamenti alle scuole private cattoliche (in una fase di tagli drastici alla scuola pubblica già disastrata, quei finanziamenti - incostituzionali - sono invece stati incrementati).
Per tornare a temi più attuali c'è questo fatto molto inquietante: Ad Agrigento la Chiesa manda un opuscolo per sostenere il nucleare.
Inquietante perché non mi pare che abbia alcuna attinenza con la religione né essere a favore né essere contro (semmai sarebbe più coerente essere contro, vista la ricerca della naturalità in altri ambiti, la paura della scienza, manifestata spesso, il timore del nuovo ecc.).
Perché saranno a favore dunque? E perché proprio in Sicilia? Chi le deve costruire le nostre centrali?

Nessun commento:

Posta un commento